
Con il Fondo nazionale del Made in Italy (FNMI) si punta alla crescita e al rilancio delle filiere produttive. Lo scorso 15 maggio il decreto operativo del MEF è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che individua i requisiti e le condizioni d’accesso, insieme ai criteri per la realizzazione degli investimenti. Gli ambiti di intervento sono due: favorire l’accesso alle materie prime critiche e garantire strumenti per incentivare la transizione energetica e tecnologica.
Un miliardo di euro è la dotazione pubblica iniziale per il biennio, con l’obiettivo di mobilitare un ulteriore miliardo da parte di investitori privati e internazionali.
Il Fondo è riservato a imprese costituite in forma di società di capitali, anche cooperative, e sono previsti due filoni di investimento. Il primo è il Fondo di Real Asset, rivolto alla filiera delle materie prime critiche, considerata cruciale per la sicurezza industriale ed energetica del Paese, nonché per la realizzazione degli obiettivi di transizione ecologica e digitale. In particolare, saranno incentivate azioni come l’estrazione di materie prime strategiche sul territorio nazionale o in partnership internazionali, la lavorazione e trasformazione industriale delle risorse estratte, l’approvvigionamento da mercati esteri o da forniture integrate, il riciclo e il riuso di materiali, in un’ottica di economia circolare e riduzione della dipendenza da fonti esterne, e la distribuzione all’interno del tessuto produttivo nazionale.
Il secondo filone è costituito dal Fondo Imprese, che permetterà il sostegno a filiere industriali di eccellenza, caratterizzate da alta intensità tecnologica, capacità innovativa e rilevante competitività sui mercati internazionali. Si potrà intervenire direttamente nel capitale delle imprese target, con partecipazioni anche di maggioranza o minoranza qualificata (fino al 50 per cento in operazioni di private equity), o indirettamente tramite fondi target diretti e indiretti di private equity. I finanziamenti riguarderanno l’innovazione e l’espansione internazionale di settori chiave, garantendo una spesa in ricerca e sviluppo, ma anche il ricorso a digitale, intelligenza artificiale, green economy, la posizione nei mercati globali e la capacità di generare occupazione qualificata e valore economico.
Previsto infine anche un Comitato Tecnico Strategico, organo di indirizzo, supervisione e coordinamento delle attività del Fondo.