Cresce ancora la composizione negoziata della crisi d’impresa

Crisi d'impresa

I dati dell’Osservatorio Unioncamere sono espliciti: se nel 2023 erano stato 600 le istanze per la composizione negoziata della crisi d’impresa, il percorso volontario e stragiudiziale per il risanamento delle aziende in crisi ma con potenzialità necessarie per restare sul mercato, nel 2024 sono salite a 1089, quasi il doppio. 

Contemporaneamente sono tornate a crescere le procedure di liquidazione giudiziale, con 9.203 aperture. Numeri che tengono conto di tutti gli istituti e delle procedure della Codice della Crisi dal 2021 al 2024. Tra le imprese che hanno fatto ricorso alla composizione negoziata prevalgono le società di capitale (81,5%) e quelle tra 2 e 50 addetti, dove si concentra il 73,5% dei richiedenti, mentre il 49,6% delle imprese fa registrare un valore della produzione tra 1 e 10 milioni di euro. Il numero medio di addetti, comunque, è pari a 56. La maggioranza delle imprese opera nelle attività manifatturiere (25,9%), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (23,3%) e nelle costruzioni (12,2%).

Rimane invece contenuto il ricorso al concordato semplificato, a cui si può accedere solo se non risultano praticabili le soluzioni previste all’esito della composizione negoziata, con una leggera crescita nel 2024 (85 domande) rispetto al 2023 (69 domande). L’utilizzo degli accordi di ristrutturazione si conferma costante con più di 300 aperture all’anno negli ultimi quattro anni (326 nel 2024). In decrescita, invece, nel triennio 2021-2023, il ricorso al concordato preventivo, quasi dimezzato poiché passato da 1.067 aperture nel 2021 a sole 678 del 2023, con una lievissima inversione di tendenza nel 2024 (84 domande in più rispetto all’anno precedente), per un totale di 762 aperture.

La liquidazione coatta amministrativa si attesta sul valore di 236 procedure nel 2024 (in leggerissima risalita rispetto ai due anni precedenti).