
Rispetto per l’ambiente, attenzione ai bisogni del turista e valorizzazione delle eccellenze locali: sono le caratteristiche del turismo nautico, che in Sardegna è più di una proposta progettuale. Rappresentano infatti il futuro del settore, come spiega una ricerca dell’Università di Sassari, conclusa alcune settimane fa. “Osservazioni e analisi regionali dello yachting e dei porti turistici della Sardegna” è il titolo dell’indagine, che in questi mesi ha fatto il punto della situazione sulla nautica da diporto e, al tempo stesso, ha tracciato i possibili sviluppi del comparto. Realizzata dal DISEA - Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Sassari, la ricerca si è svolta in collaborazione con Federagenti, Capitaneria di Porto di Olbia, Capitaneria di Porto di Cagliari ed è stata finanziata dalla Regione Sardegna.
Solo in Sardegna ci sono oltre 3.500 aziende attive nel comparto della nautica da diporto con utili al 2023 di circa 15 milioni di euro, eppure secondo i ricercatori, dati alla mano, si potrebbe fare molto di più. Sono state analizzate le oltre 100 strutture portuali dell’isola, in particolare le strutture ritenute idonee all’ospitalità degli yacht di dimensioni maggiori o uguali a 25 metri e sebbene la Sardegna presenti un numero rilevante di marine in grado di ospitare yacht di grandi dimensioni, la regione sconta l’assenza di un collegamento con le aree interne. Di conseguenza ciò non permette la nascita di una filiera economicamente vantaggiosa anche per i territori che ne potrebbero fruire.
Nello studio multidisciplinare, viene tracciata anche l’architettura di una rete, basata su tecnologie innovative come la blockchain, che potrebbe fornire servizi di varia natura, come ad esempio, mettere in contatto i produttori dell’agro alimentare, dell’artigianato artistico locale e i fornitori di servizi dedicati al turismo e al diportismo, presenti nei territori prossimi agli approdi, con gli addetti allo yachting. L’idea, quindi, è una piattaforma digitale in grado di integrare servizi marittimi e terrestri. Lo studio è stato incentrato da una parte sulla domanda, analizzando il numero e il tipo di yacht che hanno frequentato il Mediterraneo e quindi le coste sarde, dall’altra sull’offerta dei prodotti e servizi in disponibilità allo yachting, attraverso l’individuazione dei principali elementi che caratterizzano attualmente il paniere di offerta di beni e servizi locali.
L’isola è stata contestualizzata nel Mediterraneo, dove il numero complessivo degli yacht presenti è passato dai 953 del 2015 ai 1.385 del 2024, il calo nel 2020, con soli 978 yacht, per la pandemia. La crescita più importante si è registrata nel 2023, crescita dovuta soprattutto all’aumento degli yacht di più piccola taglia. Come per il turismo in generale in Sardegna, anche lo yachting rimane altamente legato alla sola stagione estiva, in particolare ai mesi di luglio e agosto.