
Pil in crescita nel 2024 e anche nel 2025, ma con percentuali inferiori all’1 per cento: nel 2024 il dato finale dovrebbe attestarsi al 0,9, nel 2025 non discostarsi di molto, calando leggermente allo 0,8. Sono i dati del Rapporto di Previsione dell’autunno 2024 del Centro Studi Confindustria “I nodi della competitività. La crescita dell’Italia fra tensioni globali, tassi e PNRR”.
Le previsioni sono in linea con la crescita dell’Eurozona, nonostante una politica monetaria più restrittiva in Italia, il Paese che registra l’inflazione più bassa d’Europa (allo 0,7 per cento annuo a settembre, 1,7 per cento nell’Eurozona). L’economia mondiale è in risalita ma l’Europa è debole, continua a crescere meno degli altri player mondiali (ancora stretta da tassi alti) e perde investimenti diretti esteri. Pesano il crollo dell’automotive e le difficoltà della Germania.
L’export al netto dell’import è il principale traino di crescita. Nonostante la debole domanda europea (che rappresenta il 52 per cento dell’export italiano) e in particolare tedesca (principale partner commerciale), l’export italiano continua ad andare meglio della domanda potenziale (media ponderata dell’import totale dei paesi di destinazione). Questo perché le piccole e medie imprese hanno accresciuto la produttività più delle omologhe tedesche e francesi ed è aumentato il numero delle imprese esportatrici (oltre che la quota di imprese di media e grande dimensione) e l’export medio per impresa in tutte le classi dimensionali.