È arrivato il momento dell’avvio della fase operativa previsto dal Just transition fund in Sardegna, il programma dell’Unione europea per la transizione verde nel Sulcis Iglesiente, dove è previsto l’impiego di 367 milioni (49 per assistenza tecnica) per portare avanti le iniziative che mettono assieme il risanamento ambientale, la creazione di nuovi posti di lavoro e nuova economia nei territori. Si inizia con 80 milioni di euro per bonificare e decontaminare i terreni inquinati legati a siti industriali o minerari dismessi. Dopo la fase preparatoria con le consultazioni e la predisposizione dei piani di intervento, si entra finalmente in quella operativa del Piano Territoriale Sulcis, che nasce con l’obiettivo di creare un nuovo corso economico e sociale.
Il primo atto è del Centro Regionale di Programmazione che ha annunciato la pubblicazione il prossimo 31 gennaio sul sito della Regione Sardegna dell’atteso avviso per la presentazione delle manifestazioni di interesse per la realizzazione di interventi di “bonifica e decontaminazione di siti dismessi e di ripristino dei terreni”.
L’avviso è destinato alle amministrazioni comunali del Sulcis Iglesiente: Buggerru, Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domusnovas, Fluminimaggiore, Giba, Gonnesa, Iglesias, Masainas, Musei, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio, e ad altri enti pubblici del Sulcis che hanno la titolarità dell’area oggetto di intervento.
Il programma (il Just transition fund, oltre al Sulcis, si rivolge anche all’area industriale di Taranto) si svilupperà seguendo tre linee guida: energia e ambiente, a cui è destinato il 30 per cento delle risorse; diversificazione economica, a cui è destinato il 28 per cento; misure destinate a mitigare gli effetti economici e occupazionali causati dalla transizione (32 per cento delle risorse). Gli interventi interessano inoltre il campo delle rinnovabili e soprattutto le bonifiche ambientali con il risanamento della valle del Rio San Giorgio, dove si sono accumulati i residui delle lavorazioni minerarie. Con 60 milioni di euro sarà rimosso un milione di metri cubi di rifiuti industriali e minerari. Prevista la messa in sicurezza permanente dei residui di lavorazione avviata da metà del 1800 e proseguita sino al 1998 (arsenico, cadmio, mercurio, piombo e zinco).
Il Fondo comprende un supporto alle microimprese per introdurre innovazioni di processo, di prodotto, organizzative e di marketing. Le pmi e le startup beneficeranno di progetti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico.