Ue, proposta di nuova Politica agricola comune

Agricoltura

Il Consiglio Agrifish Ue di Lussemburgo ha dato ieri, 28 giugno, il via libera definitivo alla proposta di riforma della Politica agricola comune post 2020, dopo tre anni di trattative e in seguito all'intesa trovata nel Trilogo tra le tre istituzioni europee venerdì scorso a Bruxelles.

Importanti passi avanti sono stati raggiunti sugli aspetti climatico-ambientali con particolare riferimento al sostegno finanziario per strumenti di gestione del rischio che potranno utilizzare fino al 3% dei pagamenti diretti e dei fondi dello sviluppo rurale.

La nuova architettura verde, uno dei punti più discussi all'interno dell'intero pacchetto, sarà basata su condizioni ambientali che gli agricoltori devono rispettare e su misure volontarie supplementari nel quadro di entrambi i pilastri; un approccio basato sull'efficacia in base al quale gli Stati membri devono riferire annualmente in merito ai progressi compiuti.

Il compromesso prevede la definizione di agricoltore attivo obbligatoria, il pagamento redistributivo obbligatorio al 10%, salvo deroghe specifiche, lo schema per i piccoli agricoltori facoltativo e il livello di convergenza interna dei pagamenti diretti ad almeno l'85% del livello medio dei pagamenti diretti entro il 2026. Per gli aiuti accoppiati è stato mantenuto lo stesso livello del 13%+2% dei pagamenti diretti.

«Il prossimo passo sarà quello di costruire i piani strategici nazionali che dovranno essere incentrati sulla semplicità: non incrementare la burocrazia rappresenta il valore aggiunto per l'Italia. La Condizionalità sociale è sicuramente uno dei punti qualificanti della nuova PAC, insieme agli interventi previsti per la transizione ecologica del nostro sistema agroalimentare», ha dichiarato il ministro italiano delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli.

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