Innovazione ed export, le opportunità per le imprese italiane

Innovazione ed export

Sace, il Gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, ha presentato il nuovo studio “Let’s Grow!” , in base al quale sono stati individuati 100 miliardi di euro di opportunità per la crescita delle aziende italiane nel 2025. Bisogna puntare su due leve: l’innovazione, che rende le imprese più agili e competitive e l’export, che apre nuove vie al Made in Italy nei mercati ad alto potenziale. Insieme, danno una spinta al fatturato di quasi quattro punti percentuali e si rinforzano l’una con l’altra. L’Italia è leader nell’export ma non lo è ancora nell’innovazione.

Nel dettaglio, dei 100 miliardi, 15 sono relativi a investimenti aggiuntivi annui in innovazione necessari per portare l’intensità innovativa dell’Italia al livello dell’area euro, dove le spese in ricerca&sviluppo delle imprese sono pari all’1,5 per cento del Pil (rispetto all’attuale 0,8 per cento italiano). Oggi una impresa su tre in Italia investe in innovazione tecnologica e digitale, ma serve spingere di più. E ogni impresa che investe in innovazione offre una spinta alla crescita del proprio fatturato di due punti percentuali, rispetto a chi non investe. Tra i settori a maggior opportunità d’intervento vi sono, ad esempio, tessile e abbigliamento, legno e arredo, alimentari e bevande, carta e stampa, mentre tra le filiere di frontiera vi sono la space & blue economy e l’economia circolare, dove l’Italia vanta un buon posizionamento. 

Altri 85 miliardi di opportunità riguardano invece l’export che, secondo le stime di Sace, tornerà a crescere del 3 per cento, dopo un biennio di continuità su livelli record di 625 miliardi di euro. Mentre le esportazioni nazionali stanno scontando in particolar modo il rallentamento del nostro primo partner commerciale, la Germania, dove esportiamo soprattutto meccanica, automotive e chimica, fortemente integrati nelle catene del valore tedesche, la crescita è più marcata nei confronti dei Paesi Asean, dove le esportazioni hanno registrato un incremento del 10,3 per cento, con il Vietnam +25 per cento. Molto buoni anche i dati con Arabia Saudita (+28 per cento), Emirati Arabi Uniti (+20), Serbia (+16), Messico e Brasile (+8).