Ue, approvata la riforma della Politica agricola comune

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Agricoltura

Il Parlamento europeo ha approvato la riforma della Politica agricola comune (Pac), orientata verso una migliore sostenibilità ambientale e climatica, una maggiore flessibilità, e a garanzia della sicurezza alimentare in tutta l’Unione. Ora inizierà il negoziato fra la Commissione, il Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo per arrivare alla formulazione definitiva dei tre regolamenti portanti della riforma che entrerà pienamente in vigore nel 2023: i piani strategici nazionali; l’organizzazione comune del mercato; la governance dei sussidi.

Le novità più rilevanti introdotta nella nuova Pac sono:

  • maggiore sostegno per chi adotta pratiche rispettose del clima e dell’ambiente
  • massimale annuale dei pagamenti diretti fissato a 100.000 euro, più aiuti alle Pmi
  • misure ad hoc per sostenere gli agricoltori durante le crisi
  • sanzioni più severe in caso di infrazioni ripetute, per esempio, delle norme sull’ambiente o sul benessere degli animali.

La riforma della Pac rafforza le pratiche rispettose del clima e dell’ambiente obbligatorie, la cosiddetta condizionalità, che gli agricoltori devono applicare per poter ottenere sostegno diretto. Ragionando in questi termini, almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale dovrà essere dedicato alle misure legate al clima o all’ambiente, e almeno il 30% del bilancio per i pagamenti diretti sarà destinato a regimi ecologici volontari che potrebbero aumentare il reddito degli agricoltori. Non solo, sempre per quanto riguarda ambiente e sostenibilità, il Parlamento invita gli Stati membri a incoraggiare gli agricoltori a destinare almeno il 10% dei propri terreni a interventi paesaggistici a sostegno della biodiversità, quali siepi, alberi non produttivi e stagni.

Sull’aspetto finanziario i deputati hanno votato per ridurre progressivamente i pagamenti diretti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60.000 euro e poi fissarne il massimale a 100.000 euro. Sarà tuttavia possibile per gli agricoltori detrarre il 50% dei salari collegati alle attività agricole dall’importo totale prima di effettuare la riduzione. Almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali dovrebbe servire al sostegno delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni. Novità anche per le nuove leve dell’agricoltura: i Paesi UE avrebbero la possibilità di destinare almeno il 4% delle dotazioni per i pagamenti diretti a sostegno dei giovani agricoltori. Inoltre i finanziamenti per lo sviluppo rurale potrebbero fornire un sostegno complementare in grado di dare la priorità agli investimenti dei giovani agricoltori.

Cambiano anche le sanzioni, che saranno più elevate nel caso di inosservanza dei requisiti dell’UE, ad esempio in materia di ambiente, benessere degli animali o qualità degli alimenti. L’importo della sanzione è pari ad almeno il 10% dell’importo totale dei pagamenti (il doppio rispetto all’attuale 5%).

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28/10/2020