Turismo, gli infortuni sul lavoro restano al di sotto del periodo pre pandemia

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Cucina ristorante

Nel Turismo, settore che conta quasi un milione e mezzo di occupati nei servizi di alloggio e ristorazione, sono 21.127 i casi di infortunio sul lavoro registrati nel 2021, dato che si attesta al di sotto dei numeri pre pandemia (31.127 infortuni nel 2019).

Il dato emerge dall’analisi del periodico statistico Dati Inail, che nell’ultimo numero pubblica proprio un focus sul turismo.

Dall’analisi della Consulenza statistico attuariale dell’Istituto emerge che gli infortuni denunciati sono passati dai circa 30mila all’anno registrati nel triennio 2017-2019 ai circa 19.500 del 2020, per risalire oltre quota 21mila nel 2021, restando comunque ben al di sotto dei dati pre-pandemia. Quasi otto denunce su 10 (16.459 su 21.127 nel 2021) riguardano la ristorazione. Nell’ultimo quinquennio in media un caso su cinque è avvenuto in itinere, nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, mentre le modalità di accadimento più ricorrenti degli infortuni occorsi in occasione di lavoro vedono nel 40% dei casi il lavoratore procurarsi lesioni fisiche per movimenti inopportuni, intempestivi o scoordinati, col coinvolgimento o meno di oggetti, nel 25% per la perdita di controllo di un mezzo, attrezzatura o utensile, e in quasi il 20% per cadute o scivolamenti.

Le professionalità più coinvolte per numero di infortuni, anche nella componente alberghiera oltre che nella ristorazione, sono cuochi e camerieri, seguiti dagli addetti ai servizi di pulizia. Tra gli infortunati è leggermente superiore la quota maschile (52% delle denunce nel quinquennio) e la fascia d’età più colpita è quella fino a 34 anni (46%), seguita dai 35-54enni (40%). La quota di lavoratori stranieri nel settore è ampia e ciò si riflette sulla loro incidenza tra gli infortunati: il 23% delle denunce riguarda lavoratori nati all’estero, contro il 19% della gestione Industria e servizi. Un terzo delle denunce di infortunio proviene dal Nord-Est, seguito da Nord-Ovest (27%), Centro (23%) e Mezzogiorno (17%). I casi mortali denunciati nel 2021 sono stati 41, il valore minimo nell’ultimo quinquennio. La quota maschile è particolarmente preponderante, con quasi il 90% dei decessi, mentre l’età media dei lavoratori deceduti è più alta rispetto agli infortuni in complesso: uno su quattro ha più di 54 anni (poco più di uno su 10 negli infortuni non mortali). Il 18% dei casi mortali riguarda lavoratori nati all’estero. A livello territoriale il Mezzogiorno, con il 36% dei decessi denunciati, precede Nord-Est (23%), Nord-Ovest (22%) e Centro (19%).

Per quanto riguarda le malattie professionali, l’andamento è simile a quello degli infortuni. Dopo la forte contrazione del 2020 (-27% rispetto al 2019), l’anno scorso le patologie denunciate all’Inail sono state 1.098, il 19% in più rispetto alle 923 del 2020, ma numericamente inferiori al dato degli anni pre-pandemia (1.200-1.300 casi nel biennio 2018-2019). L’incremento è stato più incisivo nei servizi di ristorazione (+21,4%), in cui si concentrano oltre otto denunce su 10, rispetto a quelli di alloggio (+8,1%). Con 802 denunce nel 2021, pari a circa i tre quarti del totale dei casi codificati, i lavoratori dell’intero settore presentano malattie maggiormente a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, seguite da quelle del sistema nervoso con 219 casi (19,9%) e, con percentuali più contenute, dalle patologie del sistema respiratorio (20 casi, 1,8%), dai disturbi psichici e comportamentali e dalle malattie dell’orecchio (11 casi, pari all’1% del totale, per entrambe). Circa due terzi delle malattie hanno interessato le lavoratrici (683 casi), mentre la classe di età con più denunce è quella dei 55-59enni sia per le donne (30,2%) che per gli uomini (32,0%). La Toscana è la regione con più denunce (22,2%), seguita da Marche (15,9%) ed Emilia Romagna (12%). Il numero di denunce depositate in Sardegna rappresentato il 6,6% del totale nazionale.

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Turismo
15/11/2022