Turismo, da Olbia timidi segnali di ripartenza per la filiera sarda dell'accoglienza. Gli operatori: «Azioni immediate»

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turisti in arrivo all'aeroporto di Olbia

Luglio sarà un mese decisivo per il turismo in Sardegna. Mentre a Olbia l’aeroporto “Costa Smeralda” chiama a raccolta istituzioni, associazioni di categoria e operatori della filiera delle vacanze per tracciare la strada, nel resto dell’isola si prova a capire come uscire dall’impasse provocato da un avvio di stagione a ostacoli. A oggi i numeri dicono che la ripartenza è stata difficilissima. Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna, ieri da Olbia ha lanciato l’allarme. «Sino a domenica saranno aperti il 30% degli alberghi sardi, poi dovremmo passare al 50%», dice. Al di là di quel che potrebbe sembrare, per lui è «un positivo segnale di ottimismo, date le circostanze». Già, le circostanze, perché i primi risultati non sono confortanti: «Sta andando male, è inutile girarci intorno – dice Manca – stiamo per presentare i risultati di una ricerca che abbiamo commissionato, ma possiamo già dire che sono numeri molto negativi, intorno al 20% dell’occupazione dei posti letto».

Eppure la fiducia non manca. Da domenica metà dei posti letto alberghieri in Sardegna saranno disponibili, «e un altro 20% di operatori a noi affiliati è in attesa di vedere quel che succede, riservandosi di decidere entro metà mese», spiega ancora Paolo Manca, aggiungendo che «è in aumento esponenziale la cancellazione all’ultimo momento delle prenotazioni, già sotto data come mai prima». Manca ritiene che il “tappo” sia nel trasporto aereo. «Di fatto c’è una chiusura della destinazione Sardegna, per la quale servono azioni immediate», è il suo appello.

Dai 19 collegamenti oggi operativi ai 62 previsti da inizio agosto, quanti quelli dell’anno scorso. Coefficiente di riempimento degli aerei al 75% e trend positivo. Sulla base di questi numeri, invece, Olbia è totalmente ottimista. Dopo la lunghissima chiusura, l’aeroporto “Costa Smeralda” si cala nella programmazione estiva. In ritardo, corta, segnata da last minute, norme in continua evoluzione e uno scenario globale di difficile lettura. Ma per i dati «c’è tanta voglia di Sardegna», assicura Silvio Pippobello, amministratore delegato di Geasar, società che gestisce lo scalo. «Sono partiti prima i voli privati, i cui movimenti sono vicini a quelli di un anno fa, poi la continuità territoriale e i voli domestici, infine quelli internazionali – spiega – oggi gli aerei viaggiano pieni al 75%, e a metà luglio lo verificheremo con il 90% dei collegamenti attivi, sino al 100% d’inizio agosto».

Mario Garau, responsabile dello Sviluppo delle rotte di Geasar, ricorda che «negli ultimi sette anni Olbia è cresciuta del 6% annuo, arrivando nel 2019 a 3milioni di passeggeri con progressi sul profilo della destagionalizzazione». Anche per questo «il 2020 è l’anno zero, tutti ci troviamo a ridipingere uno scenario nuovo», afferma Garau. «In termini destinazioni non abbiamo perso rispetto allo scorso anno – aggiunge – si defilano le compagnie che operano nel Nord Europa, da Brusselles Airlines ad Air Baltic». Ma altre incrementano la loro presenza.

«In passato i passeggeri internazionali erano di più, quest’anno il 60% del traffico sarà nazionale», prosegue Garau. «In luglio il calo rispetto al 2019 sarà del 50%, in agosto del 22%, ma in settembre e ottobre sarà più contenuto – rivela Garau – pensiamo di chiudere l’anno con un calo del 50% di traffico». La parte del leone la farà l’Italia, poi Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera, Olanda e Austria. Il vettore di riferimento sarà easyJet, poi Alitalia e Volotea, che attiva tre collegamenti per lei nuovi: Bologna, Pescara e Trieste. Tra le novità la linea con Varsavia operata da Lot, quella di Blu Panorama con Milano Malpensa e quello di Corendon per Norimberga.

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Turismo
01/07/2020