In Sardegna crescono i reati ai danni delle imprese: oltre 18mila denunce in un anno

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I numeri sono chiari: più di 18mila imprese sarde hanno denunciato nel 2023 di avere subito reati diretti alla propria attività economica. Si tratta soprattutto di furti, danneggiamenti, estorsioni, truffe, frodi informatiche, contraffazione di marchi e prodotti industriali, ricettazione, riciclaggio, usura e altri delitti previsti dal codice penale. A cui vanno aggiunti i tanti casi nei quali è mancata la segnalazione alle forze dell’ordine. 

Tra il 2019 e il 2023 nell’Isola ogni anno si sono registrati 15 reati ogni 100 imprese. La Sardegna è passata da 16.982 reati nel 2019 a 15.990 del 2020, 17.376 del 2021, 18.240 del 2022 e 18.276 del 2023, registrando però negli ultimi due anni un incremento minimo dello 0,2 per cento. Una situazione sicuramente preoccupante, ma ancora lontana da altre realtà regionali più gravi, come la Lombardia con oltre 184mila reati registrati (19 reati ogni 100 imprese) e 114mila del Lazio (22 ogni 100), mentre il totale nazionale è di 935mila, ovvero 18 reati ogni 100 attività).
Sono dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha elaborato informazioni di Istat e mMinistero dell’Interno.
Rilevante la percentuale di reati informatici, ben il 43,8 per cento, con il 91 per cento rappresentato da truffe e frodi informatiche, come phishing o manipolazione dei sistemi informatici. Il restante 9 per cento riguarda delitti informatici più specifici: come accessi abusivi, danneggiamenti tramite software o hardware e diffusione illecita di codici di accesso.
A livello provinciale in provincia di Cagliari sono state registrate 9.258 denunce, 5.978 nel territorio di Sassari e della Gallura, 2.124 a Nuoro e 891 a Oristano.
In crescita, infine, anche i reati informatici ai danni dei cittadini: +34,6 per cento in cinque anni. Si è passati da 5.950 denunce nel 2019 alle 8.011 nel 2023.