Ristori, le regole sul microcredito

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Microcredito

Con la conversione in legge del decreto “Ristori” (in cui sono confluiti i decreti “Ristori” bis, ter e quater) sono aumentate le soglie del microcredito, con effetto immediato. Le imprese già costituite e i professionisti titolari di partita Iva possono che accedono al microcredito con garanzia pubblica possono ora contare su una soglia aumentata da 25mila e 40mila euro come importo massimo, con estensione della garanzia del Fondo centrale immediatamente operativa, senza la necessità di un ulteriore decreto ministeriale. Con lo strumento del microcredito lo Stato, tramite il Fondo di garanzia, si fa garante nei confronti degli istituti di credito e finanziari per le imprese che hanno difficoltà di accesso al credito ordinario proprio perché non dispongono di sufficienti garanzie.

Possono beneficiare della garanzia offerta dal Fondo centrale Pmi per il microcredito le imprese già costituite e i professionisti già titolari di partita Iva. Professionisti e imprese devono essere in attività da non più di 5 anni, non possono avere più di 5 dipendenti (10 nel caso di società di persone, srl semplificate, cooperative), un attivo patrimoniale massimo di 300mila euro, ricavi lordi fino a 200mila euro e un livello di indebitamento entro i 100mila euro. I professionisti inoltre devono essere iscritti agli ordini professionali o aderire alle associazioni professionali iscritte nell’elenco tenuto dal ministero dello Sviluppo economico. I costi ammessi al finanziamento tramite il microcredito (finanziamento che può avere una durata massima di 7 anni) sono quelli per l’acquisto di beni e servizi direttamente connessi all’attività di impresa o professione, per il pagamento delle retribuzioni di nuovi assunti o soci lavoratori, per la partecipazione a corsi di formazione.

Argomenti
Agevolazioni imprese
11/01/2021