Prime sentenze sui lavoratori no-vax

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Il tribunale di Roma ha dato ragione a un datore di lavoro che ha sospeso dalle sue mansioni una dipendente, lasciandola a casa senza stipendio, perché non vaccinata contro il covid 19, per rifiuto volontario. Il datore di lavoro ha preso la sua decisione in seguito a un certificato del medico del lavoro in cui si attesta che la dipendente è idonea con limitazioni (deve evitare carichi lombari maggiori a 7kg) e non può essere in contatto con i residenti del villaggio in quanto ha rifiutato di sottoporsi a vaccinazione contro il virus Sars Cov-2. Non trovando possibilità di assegnarle un incarico non a contatto con i colleghi e con il pubblico, il datore di lavoro ha sospeso il contratto con la dipendente e il relativo stipendio, fino a una eventuale revisione del certificato di idoneità o alla fine dell’emergenza sanitaria da covid 19. La lavoratrice ha presentato ricorso in tribunale, ma il giudice le ha dato torto, ritenendo doverosa la sospensione dal lavoro vista la momentanea inidoneità della dipendente a svolgere le sue mansioni. Il giudice ha anche aggiunto il riferimento al Testo Unico Sicurezza, secondo il quale “Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro”.

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Formazione e risorse umane
05/08/2021