La crescita della Sardegna secondo il Rapporto Svimez 2021

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Sardegna

Crollo del Pil in Sardegna nel 2020, ma la ripresa, seppur lenta, è dietro l’angolo e le previsioni 2021 e 2022 danno i fati economici in crescita.  Secondo i dati del “Rapporto Svimez 2021 sull'economia e la società del Mezzogiorno”, resi noti in un’anticipazione del documento illustrata la scorsa settimana alla Camera dei deputati, la pandemia di covid-19 ha fatto crescere il divario economico fra il Settentrione e il Mezzogiorno del Paese, con le regioni del Sud che restano sempre più indietro in termini di produzione e sviluppo. In questo scenario alla Sardegna va il poco invidiabile primato del ritardo economico. Nel 2020 l’isola ha registrato la maggiore caduta del tasso annuale del Pil, toccando il -9,7%, superiore alla media del Mezzogiorno (-8,2%) e delle altre ripartizioni territoriali (-8,9% l’Italia; -9,1% il Centro-Nord; -9,0% il Nord-Ovest; -9,4% il Nord-Est; -8,9% il Centro).

Nel 2020 si evidenziano un calo dei consumi (-9,2%), più alto di Mezzogiorno (-7,4%) e Italia (-8,6%), e degli investimenti (-6,6%), seppure inferiore rispetto a Italia (-9,1%) e Mezzogiorno (-8,5%). Si registra allo stesso modo una importante caduta nel 2020 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (-4,2%), in linea con quello del Nord-Est e superiore a tutte le altre ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia; -2,7 il Centro-Nord; -2,2% il Nord-Ovest; -2,1% il Centro).

Analizzando la composizione settoriale del Valore Aggiunto, tra il 2019 e il 2020 le maggiori contrazioni si registrano: nei servizi (-10,2%) con un valore superiore alla flessione del Mezzogiorno (-7,8%) e dell’Italia (-8,1%); nell’industria in senso stretto (-9,5%), flessione solo leggermente inferiore alle altre ripartizioni territoriali (-11,1% l’Italia; -10,5% il Mezzogiorno); nell’agricoltura (-4,3%), inferiore a Mezzogiorno (-5,1% e Italia (-6%). In controtendenza le costruzioni, quasi stabili (-0,2%) rispetto alla caduta di Italia (-6,3%) e Mezzogiorno (-4,5%). Il tasso di occupazione 2020 mostra, risetto al 2019, un calo significativo nella fascia 15-34 anni e in particolare tra le donne. Il tasso di inclusione, calcolato considerando la quota di percettori del reddito di cittadinanza ogni mille abitanti, passa dal 61,3‰ del 2019 al 77,7‰ del 2020, con una crescita di 16,4 punti, inferiore a Italia (17,2 punti) e Mezzogiorno (29,3 punti).  

Un filo di speranza arriva dal nuovo modello di analisi Svimez, che per la Sardegna mostra una proiezione di crescita del Pil 2021 del 3,2%, sostanzialmente in linea con il Mezzogiorno (+3,3%) ma minore dell’Italia (+4,7%). L’incremento dell’occupazione nel 2021 (+1,4%) dovrebbe essere poco inferiore al Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%). Più contenuto rispetto ad altre regioni l’aumento delle esportazioni (+6,8%), con un valore inferiore al Mezzogiorno (+7,6%) e all’Italia (+10,2%). Per quanto riguarda la spesa delle famiglie, questa dovrebbe aumentare del 2,9% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia). Nel 2022 la ripresa del Pil dovrebbe essere poco superiore rispetto all’anno precedente (+3,3%), attestandosi su livelli sempre maggiori del Mezzogiorno (+3,2%) e inferiori all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +2,9%, sostanzialmente in linea con il Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). Le esportazioni 2022 (+5,3%) risulterebbero ancora inferiori al Mezzogiorno (+6,4%) e Italia (+6,5%), mentre la spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +3,5% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).

 

 

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Ricerca e innovazione
02/08/2021