
A dirlo è il 15° Rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Alla fine del 2023 le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,4 per cento degli occupati totali, 3.163 mila unità. Nel 2023 i nuovi contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.918.610, il 34,8 per cento dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,5 mln), con un incremento di 102.490 unità rispetto alla precedente rilevazione.
Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree della logistica (incidenza 88,8 per cento), della progettazione e sviluppo (86,7 per cento) e le aree tecniche (80,2 per cento). Guardando in maniera allargata alla richiesta di competenze e cultura green, nel 2023 – su un totale di quasi 5,5 milioni di contratti previsti nel mercato del lavoro – questa conoscenza è stata ritenuta necessaria nel 79,4 per cento dei casi. L’Italia si conferma leader sul fronte del recupero di materia, un campo in cui il Paese, povero di materie prime, da tempo primeggia. Secondo Eurostat, la capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) in Italia ha raggiunto il 91,6 per cento (2022), molto sopra la media UE-27 (57,9 per cento).
A livello regionale, la Sardegna si colloca 11esima nella graduatoria secondo la numerosità delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel periodo 2019–2022 e/o investiranno nel 2023 in prodotti e tecnologie green. Al primo posto la Lombardia, seguita da Veneto e Lazio.