Decontribuzione Sud confermata fino al 2029

Decontribuzione Sud

Sembrava ormai giunta al capolinea con la fine del 2024. E invece la Decontribuzione Sud, strumento fondamentale per sostenere l’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno, resta, seppure in misura ridotta. E lo sarà fino al 2029, con un graduale ridimensionamento. La misura è stata infatti inserita nella Legge di Bilancio per il 2025, approvata oggi dal Senato in via definitiva.

Si tratta di un incentivo che comprende un esonero parziale del versamento dei contributi previdenziali per i datori di lavoro privati del Sud. Nel 2025 sarà mantenuta al 25 per cento (finora era al 30) dei complessivi contributi previdenziali per un importo massimo di 145 euro su base mensile per dodici mensilità, per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato alla data del 31 dicembre 2024. Progressivamente sarà ridotta, fino ad arrivare nel 2029 al 15 per cento. Lo stanziamento complessivo riservato alla misura è di 7,1 miliardi fino al 2030, al posto del Fondo per l’acquisto dei beni strumentali.

Si tratta di un importante risultato, ottenuto grazie all’impegno anche della Confindustria nazionale, in sinergia con le associazioni territoriali, tra cui Confindustria Sardegna. «La decontribuzione – commenta l’organizzazione degli industriali della Sardegna – rappresenta uno strumento essenziale per ridurre il divario occupazionale e incentivare la crescita economica nelle aree meno sviluppate del Paese. Pur in un contesto di risorse limitate, questo risultato dimostra quanto sia importante un impegno coordinato per tutelare la competitività delle imprese del Mezzogiorno e garantire il sostegno necessario a chi opera in queste aree». Confindustria sollecita l’inclusione anche delle grandi imprese, che, soprattutto in Sardegna, subiscono pesantemente le inefficienze strutturali legate a energia e trasporti.