
Sono solo 633 le aziende sarde che nel 2022 hanno piazzato i propri prodotti all’estero. Appena lo 0,6 per cento delle attività imprenditoriali isolane ha intrapreso rapporti commerciali con l’Europa e il resto del mondo, classificando la Sardegna al quart’ultimo posto in Italia tra le regioni esportatrici. Adesso però, grazie a due milioni di euro messi a disposizione dalla Regione con l’Assessorato al Lavoro nella variazione di bilancio approvata poche settimane fa, le imprese artigiane dell’isola avranno a disposizione per svilupparsi sui mercati esteri attraverso azioni di internazionalizzazione.
Le micro, piccole e medie imprese sarde potranno così accrescere il loro export ma anche formare imprenditori e dipendenti e puntare alla conquista di nuovi spazi commerciali.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, il 2022 per le piccole e medie imprese manifatturiere della Sardegna (al netto della lavorazione del greggio e degli oli minerali) si è chiuso con 475 milioni di euro di vendite all’estero con una crescita del 7 per cento rispetto al 2021. Tra le categorie di beni che hanno trovato compratori all’estero ci sono gli alimentari con 205 milioni (+14,9 per cento rispetto al 2020), i prodotti del comparto moda con 19 milioni (+5,2 per cento), il legno-arredo con 24 milioni (+5,1 per cento) e altri prodotti di altre imprese manifatturiere (occhiali, gioielli, ecc) con 14milioni (+2,9 per cento).
Sul finanziamento garantito dalla Regione Confartigianato Imprese Sardegna ha espresso «soddisfazione per un risultato fortemente atteso e raggiunto grazie alla fitta serie di interlocuzioni intraprese con l’Assessorato al Lavoro e all’impegno mantenuto dall’assessora Ada Lai».
Il 2024 può insomma iniziare sotto i migliori auspici.