Anche le imprese sarde sono sotto attacco hacker. Nel 2022 (gli ultimi dati aggiornati si riferiscono allo scorso anno, in attesa dei numeri del 2023) le violazioni alla sicurezza sono state quasi 8mila, in gran parte nei confronti delle piccole imprese. Sono i dati emersi nel corso di un seminario promosso nei giorni scorsi da Confartigianato Sardegna e che ha visto la partecipazione di esperti e di rappresentanti della Polizia Postale.
Gli attacchi degli hacker possono produrre danni devastanti soprattutto alle Pmi. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna le denunce alle Autorità di Pubblica Sicurezza da parte di cittadini, imprese e istituzioni sono state 7.791, un preoccupante +89,2% rispetto al 2006 (l’incremento medio nazionale è più basso, +72,8%, la Sardegna è quinta tra le regioni italiane). Sempre nel 2022 le frodi e violazioni in Sardegna sono invece cresciute solo dell’8,2% (penultimo posto in Italia, in controtendenza rispetto alla crescita media nazionale +18,4%), 49 denunce ogni 10mila abitanti (11ª nella classifica regionale). Da rilevare che tra le province italiane Cagliari è però quella che ha registrato più denunce per delitti informatici (truffe e frodi) da parte delle Forze di Polizia all’Autorità Giudiziaria: ben 95 segnalazioni ogni 10mila abitanti (per un termine di paragone, al secondo posto c’è la provincia del Verbano-Cusio-Ossola con 78).
Secondo i dati forniti dalla Polizia Postale isolana, come detto, l’80% degli attacchi è realizzato nei confronti delle piccole e medie imprese. Le conseguenze sono dirette: l’80% delle attività risultano danneggiate gravemente. Tra coloro che pagano un riscatto per vedersi restituire i dati, al 50% di questi non viene reso nulla. È necessario prestare molta attenzione e, per esempio, aggiornare con una certa frequenza le password (rendendole possibilmente complesse e non limitate ai numeri): a un hacker mediamente esperto occorrono appena sei minuti per individuare una password alfanumerica di otto caratteri.