Covid-19, nell'Ue sono i giovani i più colpiti dalla perdita di posti di lavoro

Browse
Lavoro

Sono i giovani ad avere pagato lo scotto più alto nella perdita di posti di lavoro causata dalla pandemia di covid-19 nell’Ue. Lo afferma l’indagine "Occupazione e sviluppi sociali in Europa" (ESDE 2022), pubblicata ieri dalla Commissione europea. Secondo la relazione anche la ripresa è stata più lenta tra i giovani rispetto a quanto accaduto per gli altri gruppi di età. Le possibili spiegazioni sono legate all'elevata quota di contratti a tempo determinato tra i giovani e alle difficoltà che questi hanno a trovare un primo impiego dopo la scuola, l'università o al termine della formazione. La nuova edizione dell'indagine contribuisce a individuare e a delineare le politiche sociali e del lavoro necessarie per dare una risposta ai problemi che i giovani devono affrontare per diventare economicamente indipendenti, in un contesto caratterizzato dal peggioramento della situazione socioeconomica a causa dell'invasione russa dell'Ucraina.

L'indagine ESDE 2022, che si basa sui dati annuali più aggiornati, evidenzia che:

  • la ripresa dalla pandemia di covid-19 non è stata omogenea. I giovani (al di sotto dei 30 anni) hanno ancora notevoli difficoltà a trovare un lavoro o ad accedere a un'occupazione in linea con le loro competenze e la loro esperienza. La disoccupazione giovanile, pur diminuita nel 2021, in particolare verso la fine dell'anno, è comunque rimasta 1 punto percentuale sopra il livello pre-crisi (nel 2019). Quasi 1 giovane su 2 (45,9%), tra quelli occupati, aveva un contratto a tempo determinato, a fronte di un rapporto di 1 a 10 per tutti i lavoratori (10,2%);
  • in media, i giovani hanno una maggiore probabilità di dover affrontare una situazione sociale e finanziaria difficile. Già prima della pandemia il reddito da lavoro dei giovani era più volatile di quello dei lavoratori più anziani. Nonostante differenze significative tra i vari paesi dell'Ue, le famiglie con un capofamiglia giovane hanno conosciuto una maggiore povertà. I giovani hanno avuto difficoltà a sostenere le spese della vita di ogni giorno, come quelle per le bollette e l'affitto, e il 61% dei giovani teme di non riuscire a trovare o di potersi permettere un alloggio adeguato nei prossimi dieci anni;
  • le sfide che i giovani devono affrontare dipendono dal loro livello di istruzione e dal contesto socioeconomico di provenienza. Quanto al rischio di vivere la condizione di NEET (mancata occupazione o mancato inserimento in un percorso di istruzione o di formazione), una differenza di 19 punti percentuali separa i giovani in possesso di istruzione secondaria da quelli con un livello di istruzione più basso. La differenza raggiunge i 28 punti percentuali per i giovani in possesso di istruzione terziaria. I giovani provenienti da contesti svantaggiati hanno ancora meno probabilità di essere occupati o di essere inseriti in un percorso di istruzione o di formazione;
  • il genere è un altro fattore di disuguaglianza tra i giovani. All'inizio della carriera le donne giovani nell'Ue guadagnano in media il 7,2% in meno dei colleghi maschi, un divario che si accentua con l'età. A livello dell'Ue, questa differenza è solo in piccola parte (0,5 punti percentuali) riconducibile al livello di istruzione, alle scelte professionali, all'esperienza lavorativa e al tipo di contratto di lavoro.
Argomenti
Formazione e risorse umane
13/07/2022