Covid-19, denunciati oltre 100mila contagi sul lavoro tra gennaio e ottobre 2022

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I contagi sul lavoro da covid-19 denunciati all’Inail dal 1° gennaio 2022 al 31 ottobre 2022 sono 107.602. Una cifra pari al 35,2% sul totale dei contagi sul lavoro segnalati all’Istituto dall’inizio della pandemia (305.395).

I dati aggiornati sui contagi da covid-19 di origine professionale sono stati pubblicati nel 30esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail.

Lo studio rileva che il totale di 305.395 casi di contagio su lavoro registrati dal 2020 a ottobre 2022 rappresentano circa un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto nel medesimo periodo, e hanno un’incidenza dell’1,3% sul complesso dei contagiati nazionali comunicati alla stessa data dall’Istituto superiore di sanità. Rispetto alle 296.806 denunce registrate dal monitoraggio dello scorso 31 agosto, le infezioni in più sono 8.589 (+2,9%), di cui 3.630 riferite a ottobre e 2.150 a settembre, con i restanti casi riconducibili ai mesi precedenti.

Il 2020, con 148.986 infezioni, raccoglie il 48,8% di tutti i casi, mentre il restante 16,0% (48.807) è concentrato nel 2021. Il nuovo report della Csa conferma anche il trend in netta diminuzione dei casi mortali. Gli 886 decessi da Covid-19 denunciati all’Inail dall’inizio della pandemia sono concentrati quasi esclusivamente nel 2020, che con 586 contagi con esito mortale raccoglie il 66,3% del totale, e nel 2021, con 290 casi mortali (32,6%). L’incidenza media dei decessi da Covid-19 sul totale di tutti i casi mortali denunciati all’Istituto nel 2020 è stata di circa una denuncia ogni tre, scendendo a circa una su sei nel 2021 e contraendosi considerevolmente nei primi 10 mesi di quest’anno.

L’analisi territoriale evidenzia una distribuzione dei contagi sul lavoro denunciati pari al 40,4% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,5%), al 21,7% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), al 16,8% al Centro (Lazio 8,3%), al 14,8% al Sud (Campania 7,5%) e al 6,3% nelle Isole (Sicilia 4,5%).

L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni, ma nel solo mese di ottobre è salita a 48 anni. Il 41,8% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,1%), under 35 anni (20,0%) e over 64 anni (2,1%).

La maggioranza delle infezioni di origine professionale colpisce le donne. La quota delle lavoratrici contagiate sul totale dei casi, infatti, è pari al 68,3%. A morire, però, sono soprattutto gli uomini (82,8%). L’età media dei deceduti è di 58 anni (57 per le donne, 59 per gli uomini), con il 71,3% dei decessi concentrato nella fascia tra i 50 e i 64 anni.

Il 63,2% delle denunce da Covid-19 riguarda il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), al primo posto anche per numero di decessi (21,1% dei casi mortali codificati). L’analisi per professione dell’infortunato conferma come il personale dell’ambito sanitario sia il più colpito dai contagi, a partire dalla categoria dei tecnici della salute, in cui si concentra il 37,8% delle denunce (in tre casi su quattro donne), l’82,3% delle quali relative a infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 16,0% (l’80,7% donne), i medici con il 9,4% (oltre la metà donne), gli operatori socio-assistenziali con il 5,4% (l’85,3% donne) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (circa l’80% ausiliari, ma anche portantini, barellieri) con il 4,4% (72,8% donne).

I dati della Sardegna

Nell’isola, rispetto alla data di rilevazione del 31 agosto 2022, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 112 casi (+2,1%, inferiore al +2,9% nazionale), di cui 17 avvenuti ad ottobre, 8 a settembre, 15 ad agosto, 22 a luglio e 29 a giugno 2022, con i restanti casi riconducibili ai mesi precedenti. L’aumento ha riguardato tutte le province, ma più intensamente in termini relativi quelle di Oristano e Cagliari.

L’analisi nella regione evidenzia che la maggior parte dei contagi è riconducibile ai primi dieci mesi del 2022 (43,9% del totale superiore al 35,2% nazionale), il 42,1% al 2020 e il 14,0% al 2021. Oltre un terzo delle denunce da Covid-19 si concentra nel periodo ottobre 2020-gennaio 2021 (picco assoluto a novembre 2020 con il 11,5%). Il 2021 è caratterizzato da un andamento lievemente crescente tra febbraio-aprile e giugno-agosto e una leggera ripresa del fenomeno a fine anno. Il 2022 si apre accentuando sensibilmente tale incremento (gennaio con il 9,7% delle denunce complessive) e poi con un andamento altalenante nei mesi successivi con febbraio in calo, in ripresa a marzo (10,3%) e aprile (7,6%) e poi ancora in calo soprattutto nell’ultime trimestre, ma con incidenze mensili inferiori alla media nazionale.

Gli eventi mortali non si sono incrementati rispetto alla precedente rilevazione: dei 10 casi complessivi, 6 si riferiscono al 2020, 3 al 2021 e 1 al 2022.

Per quanto riguarda e professioni, si rileva che:

  • tra i tecnici della salute, l’87% sono infermieri;
  • tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, sono tutti operatori socio sanitari;
  • tra gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, il 96% è impiegato nelle attività amministrative e il 4% in quelle di segreteria;
  • tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, il 74% sono ausiliari ospedalieri, il 16% inservienti in casa di riposo, il 7% portantini, il 3% bidelli;
  • tra le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati, il 74% è operatore socioassistenziale, il 13% tra assistenti sociosanitari con funzioni di sostegno ed educative, assistenti domiciliari e per disabili;
  • tra gli impiegati addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro, il 93% è postale, il 4% bancario e il 3% lavora in agenzie di viaggio;
  • tra gli addetti alla ristorazione, il 41% sono cuochi, il 34% camerieri e il 17% baristi.

Riguardo alle attività economiche:

  • la gestione Industria e servizi registra il 94,4% delle denunce, la gestione per Conto dello Stato il 3,6%, la Navigazione l’1,2% e l’Agricoltura lo 0,8%;
  • il 78,1% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) interessa il settore “Sanità e assistenza sociale”, per oltre i tre quarti ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari e circa un quinto tra strutture residenziali e non residenziali per anziani e disabili; le professionalità più colpite sono infermieri, operatori socio-sanitari, ausiliari ospedalieri e inservienti;
  • il settore “Trasporto e magazzinaggio” registra il 7,2% delle denunce, di cui l’88% nei servizi postali e attività di corrieri, il 9% nei trasporti terrestri, il 2% in quelli marittimi e l’1% nel magazzinaggio;
  • il settore "Noleggio e servizi alle imprese" registra il 5,2% delle denunce codificate: di cui il 59% proviene dall’attività di “Ricerca, selezione, fornitura di personale” con lavoratori interinali "prestati" a svariate attività e professionalità (principalmente di natura sanitaria e sociale), il 17% dalle attività di supporto per le funzioni di ufficio e alle imprese e il 16% dall’attività di “Servizi per edifici e paesaggio”, prevalentemente attività di pulizia e disinfestazione;
  • il settore di “Alloggio e ristorazione” è presente con il 2,7% dei casi codificati, con prevalenza di addetti alla ristorazione, alle vendite e di pulizia in alberghi e ristoranti;
  • il settore delle “Costruzioni” con l’1,3%;
  • nel settore del “Commercio”, presente con l’1,1% delle denunce, il 72% dei casi riguardano il commercio al dettaglio (tecnici delle telecomunicazioni e ausiliari di vendita), oltre un quinto all’ingrosso e il 6% nel commercio di autoveicoli;
  • le “Attività professionali, scientifiche e tecniche” sono presenti con 1,0%.

 

25/11/2022