Covid-19, Confcommercio: diminuisce il fatturato delle imprese e cresce l'usura

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Commercio

Le tre maggiori difficoltà vissute dalle micro imprese nel corso del 2020 a causa della pandemia sono: crollo del fatturato per il 50,7%, problemi di liquidità per il 35,3% e lotta contro le complicazioni burocratiche per il 14%. E' quanto emerge da un rapporto pubblicato dall'Ufficio studi di Confcommercio nei giorni scorsi. Il confronto tra le tre indagini sviluppate nell’ultimo anno (da maggio 2020 a gennaio 2021) non evidenzia grandi differenze (la liquidità continua a rimanere per gli intervistati il discrimine tra la vita e la morte delle imprese), salvo che il problema del fatturato è ultimamente un po’ cresciuto con la disillusione, che si è via via sostituita alla speranza degli imprenditori, di un rapido ritorno alla normalità: col passare del tempo i bilanci aziendali sono, infatti, fortemente peggiorati e per le imprese i danni derivanti dalle chiusure sono peggiori delle attese.

Ma oltre a queste difficoltà c’è la crescita, tra i fenomeni illegali, dell’usura: è, infatti, più che raddoppiata rispetto al 2019 la quota di imprenditori che ritiene aumentato questo fenomeno (27% contro il 12,7%), e sono a immediato e grave rischio usura circa 40mila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio. Non sorprende, purtroppo, che il fenomeno sia particolarmente diffuso nel Mezzogiorno in cui è anche maggiore il rischio di chiusura definitiva delle imprese. Tra nove grandi città italiane, Napoli, Bari e Palermo risultano essere quelle più esposte. Contro l’usura e, in generale, contro tutti i fenomeni criminali, servono misure di contrasto più incisive e una maggiore cultura della legalità.

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Ricerca e innovazione
22/04/2021