Covid 19, CNA: "Impatto negativo sulle imprese femminili"

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CNA Impresa Donna, il raggruppamento d’interesse che rappresenta le piccole e medie imprenditrici e le lavoratrici autonome della Sardegna, sentita in Audizione dalla Commissione Pari Opportunità regionale in merito all’impatto che il Covid ha avuto sul mondo delle imprese femminili, ha espresso profonda preoccupazione per la ricaduta devastante sulle imprenditrici e lavoratrici autonome, con un 2020 che ha lasciato una profonda cicatrice nell’economia isolana.

Le imprese donna nel 2019 in Sardegna erano 38.808, con un tasso di femminilizzazione del 22,8% (più alto della media italiana, 22%), su un totale di 170.077 imprese sarde. Di queste, le imprese artigiane in rosa erano 5894 su un totale di 34781, con prevalente forma di microimpresa (ditte individuali o con meno di 9 addetti), quindi dotate di maggior fragilità strutturale e ancora prevalentemente presenti nei settori tradizionali (dati Unioncamere)

“Sostenere le donne imprenditrici permetterà alla nostra isola una ripresa economica più rapida e diffusa. L’avvio della nuova programmazione comunitaria 2021-2027 e la gestione del Recovery Plan sono un’occasione da non perdere non soltanto per limitare i deficit di cui soffre l’economia isolana, ma per cominciare ad aggredire le diseguaglianze di genere partendo dal mercato e dal lavoro”, ha affermato Valentina Codonesu, Coordinatrice regionale CID.
“Abbiamo apprezzato l’inserimento nella Legge di Bilancio nazionale del pacchetto di misure a favore dell’Imprenditoria femminile, e in particolare il Fondo Impresa da 20 milioni€ che promuove nuove attività e sostiene le imprenditrici che resistono sul mercato anche con una contribuzione a fondo perduto. Ma riteniamo prioritario che l’agenda politica affronti anche il tema della riorganizzazione del welfare e degli investimenti strutturali in servizi, oltreché degli strumenti a supporto della conciliazione vita-lavoro anche sul livello regionale. Solo potenziando il sostegno economico-finanziario dell’impresa, ed insieme riequilibrando le esigenze di attività lavorativa e carichi di cura – ha concluso Valentina Codonesu - sarà infatti possibile per tante donne sopravvivere all’impatto della crisi, senza perdere autonomia imprenditoriale e un pezzo della nostra economia”.

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Imprese femminili
09/02/2021