Coronavirus: Italia zona rossa. Chiusi negozi, bar e ristoranti. Ecco le raccomandazioni per le imprese e i privati

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un esercizio chiuso per Covid 19

Con un annuncio in diretta televisiva e sui canali social istituzionali, alle 21.40 dell’11 marzo il premier Giuseppe Conte ha annunciato le restrizioni contenute nel nuovo decreto adottato con urgenza per contenere il contagio sull’intero territorio nazionale. Specificando che gli effetti del provvedimento si potranno valutare solo in un paio di settimane, e che per questo il decreto sarà certamente in vigore sino al 25 marzo con la possibilità di prorogarlo in caso di necessità, il presidente del consiglio dei ministri ha rassicurato gli italiani, auspicando che non ci sia necessità di ulteriori restrizioni nel futuro più immediato.

Ecco cosa dice il decreto oggetto dell’accorato appello di Conte.

Anzitutto, sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche nei centri commerciali purché sia consentito l’accesso esclusivo. Chiusi i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie, ferma restando la necessità di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

Sono sospese le attività di ristorazione: bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, a esclusione di mense e catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza. È consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie per il confezionamento e il trasporto. Restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento di carburante lungo la rete stradale, autostradale e nelle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali.

Chiudono parrucchieri, barbieri ed estetisti. Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, i servizi bancari, finanziari e assicurativi e l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare, comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.

È data facoltà ai presidenti di Regione di disporre la programmazione del servizio erogato dalle aziende di trasporto pubblico locale per la riduzione e la soppressione dei servizi in base agli interventi sanitari necessari a contenere l’emergenza coronavirus e assicurare i servizi minimi essenziali. Le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, individuando le attività indifferibili che rendono necessaria la presenza in ufficio.

Anche ai privati si raccomanda che sia attuato il massimo utilizzo di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte a domicilio o a distanza, che siano incentivate ferie e congedi retribuiti per i dipendenti, nonché altri strumenti di contrattazione collettiva, che siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione, che si assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, dove non è possibile rispettare la distanza di un metro, adottare strumenti di protezione individuale, che siano incentivate le sanificazioni dei luoghi di lavoro, utilizzando allo scopo forme di ammortizzatori sociali. Si raccomanda anche di limitare al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e di contingentare l’accesso agli spazi comuni.

Argomenti
Ambiente e salute
12/03/2020