Aumento dei prezzi, i cittadini europei riducono i consumi alimentari

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Spesa alimentare

Un sondaggio dell'Università danese di Aarhus, svolto in collaborazione con l’Università di Helsinki e KU Leuven e condotto su 5.000 consumatori in dieci Paesi europei, tra cui l’Italia, ha rilevato che più della metà degli intervistati (55%) pensa che la guerra in Ucraina e i conseguenti effetti economici e sulla catena di approvvigionamento abbiano reso la produzione alimentare più vulnerabile, mentre il 54% pensa che la guerra sia la ragione principale dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari in Europa.

Secondo il sondaggio, pubblicato dall’European Institute of Innovation & Technology (EIT), gli effetti dell'aumento dei prezzi sono stati fortemente avvertiti dai consumatori, con gli acquirenti che hanno osservato aumenti di prezzo per la maggior parte delle categorie di alimenti. Il più forte di questi aumenti di prezzo percepiti riguarda i prodotti animali, con il 55% dei consumatori che afferma di aver visto un aumento significativo dei prezzi della carne rossa, il 52% del pesce e il 51% dei latticini. Quasi la metà, nel frattempo, ritiene che questi costi siano distribuiti in modo iniquo, con il 48% degli intervistati che ritiene che la guerra abbia consentito ai rivenditori e ai produttori di generi alimentari di realizzare maggiori profitti.

L’analisi rivela che i consumatori stanno reagendo all'aumento dei prezzi tagliando i costi dove possono, incluso acquistando meno, acquistando marchi più economici e facendo acquisti in negozi più economici. Quasi quattro consumatori su 10 (37%) dichiarano di acquistare meno carne rossa, mentre un terzo acquista meno pesce e pollame (33% ciascuno).

Gli acquirenti stanno anche tagliando completamente alcune categorie per risparmiare denaro, con un consumatore su 10 (12%) che ha smesso del tutto di acquistare cibi pronti e il 10% ha smesso di acquistare bevande alcoliche. Per tagliare i costi di cereali e latticini, un terzo dei consumatori afferma di essere passato all'acquisto di una marca più economica (35% e 33% rispettivamente).

Oltre al comportamento orientato al risparmio, i consumatori di tutta Europa stanno anche facendo scelte di acquisto più ponderate. Oltre la metà (52%) afferma di controllare i prezzi ora più di quanto facesse prima della pandemia, con un aumento rispetto al 31% nel 2020. Quattro su 10 (41%) affermano di effettuare meno acquisti non pianificati rispetto a prima, rispetto al 26% in 2020. Quattro su 10 controllano anche le date di scadenza (40%) o utilizzano le etichette per confrontare maggiormente i prodotti (39%).

11/01/2023