Astrofisica, un team cagliaritano studia la galassia Medusa

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Galassia Medusa

Ci sono anche l’Inaf di Cagliari e il gruppo di studio coordinato dall’astrofisico Paolo Serra nel team internazionale di “Gasp”, progetto dedicato allo studio in dettaglio di JO206, una “galassia medusa”, chiamata così perché mostra filamenti simili ai tentacoli di una medusa, composti da stelle e gas che si estendono per quasi 300mila anni luce. Molti fenomeni che avvengono nelle loro caratteristiche code di gas sono ancora poco noti, ma il team italo-tedesco di ricercatori ha scoperto la presenza di intensi campi magnetici nella coda di su JO206, probabilmente amplificati e modellati dal gas intergalattico circostante che impatta contro di essa.

I ricercatori hanno analizzato l’intensità e la direzione del campo magnetico della galassia JO206. La prima autrice del lavoro condotto da Istituto Nazionale di Astrofisica, Università di Bologna e Leibniz-Institut für Astrophysik di Potsdam è Ancla Müller della Ruhr-Universität di Bochum. Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy rientra nel progetto “GASP – GAs Stripping Phenomena in galaxies with Muse”, finanziato dal Consiglio Europeo per la Ricerca tramite una Erc Advanced grant. Prima un gruppo di ricercatori guidato da Bianca Poggianti, coautrice dello studio, coordinatrice del progetto Gasp e dirigente di ricerca Inaf a Padova, aveva scoperto che nelle code delle galassie medusa si originano nuove stelle.

I ricercatori hanno analizzato la struttura del campo magnetico di JO206 grazie a profonde osservazioni effettuate negli Usa col radiotelescopio JVLA (Jansky Very Large Array), ricostruendo con l’aiuto di simulazioni al computer un possibile scenario che spiegherebbe i risultati delle osservazioni. Il prossimo passo sarà verificare se questo scenario possa essere confermato con osservazioni su altri oggetti simili.

Il team cagliaritano, formato da ricercatori di ogni parte del mondo, ha osservato le “galassie medusa” in onde radio con il JVLA, rilevando delle “code” di idrogeno neutro impossibili da vedere nelle frequenze ottiche degli strumenti normalmente usati da Gasp. Per il team di Serra è stata anche l’occasione per testare un software di analisi dati che già lavora su Fornax e che sarà perfezionato per consentire un’analisi dati il più possibile precisa e automatizzata. La collaborazione è stata quindi doppiamente produttiva perché da un lato ha consentito di creare dati e scienza per un altro progetto e dall’altro di affinare le potenzialità del proprio strumento di ricerca.

Argomenti
Ricerca e innovazione
27/10/2020