Le fonti rinnovabili sono fonti di energia perfette?
Certamente lo sarebbero se a fronte degli importantissimi vantaggi ambientali e della disponibilità pressoché gratuita non vi fossero alcuni inconvenienti:
- la produzione di energia da fonti rinnovabili, per alcune di esse, non è programmabile;
- la densità di energia disponibile è bassa se confrontata alle fonti tradizionali;
- in assenza di sistemi di incentivazione pubblica, per rendere l’investimento conveniente è opportuno dimensionare gli impianti per ottimizzare l’autoconsumo ed operare come autoproduttori.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) definisce come non programmabili gli "impianti di produzione idroelettrici fluenti, eolici, geotermici, fotovoltaici, biogas". Nel contesto di un’impresa questo è importante in quanto al momento, salvo casi particolari, l’azienda deve rimanere allacciata alla rete elettrica di distribuzione, a meno di impiegare costosi ed ingombranti sistemi locali di accumulo dell’energia. La rete stessa sopperisce infatti alla carenza della fonte rinnovabile quando questa non è disponibile.
La bassa densità di energia implica che nonostante l’enorme disponibilità della fonte – Es. sole e vento - per captare e sfruttare la sua energia abbiamo bisogno di grandi superfici. Ne sono testimonianza gli enormi campi fotovoltaici o le imponenti torri eoliche.
L’autoproduttore è colui (persona fisica o giuridica) che sfrutta l’energia elettrica autoprodotta in misura non inferiore al 70% annuo per uso proprio ovvero per uso delle società controllate, della società controllante e delle società controllate dalla medesima controllante, nonché per uso dei soci delle società cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica, degli appartenenti ai consorzi o società consortili costituiti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili.