Caso aziendale nel settore Green Economy - Intervista all’Architetto Paola Riviezzo dell’Associazione MazzaMurru.

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Green Economy

 

Com'è nata la vostra idea e come avete cominciato a realizzarla?

L'Associazione MazzaMurru nasce a Cagliari nel 2011 grazie all'impegno e alla creatività coraggiosa di Paola Riviezzo, Riccardo Cao, Michele Casanova, Vittorio Demontis e Davide Volponi, in occasione di Alig’Art 2011, festival di approfondimento sui temi della sostenibilità.

Lo spunto fu un’installazione di arredi esterni da sistemare al Ghetto a Castello. Per costruire le sedute – panche e sgabelli – sono stati utilizzati legni non più commerciabili, materiali andati distrutti a causa dell’alluvione del 2004. L'Associazione infatti deve il suo nome alla minestra “mazzamurru”, un piatto povero della tradizione culinaria cagliaritana: il suo scopo principale in passato era quello di recuperare il pane raffermo che altrimenti sarebbe andato sprecato, condendolo con un po’ di formaggio e sugo di pomodoro.

È con spirito identico che l'Associazione (un collettivo di architetti, ingegneri e imprenditori nel settore del legname e dell' arredamento) ha dato vita a progetti di produzioni e laboratori di divulgazione basati sull’idea di recuperare e riciclare materiali che altrimenti sarebbero stati da buttare.

Da quell'occasione in poi l'Associazione ha potuto confrontarsi con numerose manifestazioni e allestimenti di spazi urbani a tal fine. Attraverso lo studio capillare dei materiali e delle loro possibili combinazioni, Mazzamurru indaga il tema del design di recupero ed esprime una filosofia che identifica nelle esigenze ambientali il prerequisito del design e nello studio delle richieste funzionali dell’uomo, connesse al suo rapporto con la terra su cui vive, i progetti elaborati.

Quali sono le vostre linee di attività?

L'Associazione si è proposta fin dall'inizio di promuovere attività di educazione al riciclo e al riuso verso prodotti indicati come “scarto”, con particolare attenzione alla crescita e alla formazione, rivolgendosi anche ai bambini con laboratori e iniziative in ambienti di degrado ambientale e sociale per sostenere il recupero di situazioni di disagio attraverso il recupero dei saperi e dei prodotti presenti nell'ambiente stesso.

L'Associazione si propone di divulgare la cultura del riciclo per mezzo di attività educative e ricreative approfondendo lo studio capillare dei materiali da riciclare e la combinazione tra di loro. Inoltre, grazie alle collaborazioni con aziende operanti nel settore dell'artigianato, l'Associazione vuole promuovere la cultura della tradizione del territorio.

Tutte le imprese con cui lavorate condividono la stessa filosofia di fondo?

Mazzamurru è stata selezionata da Sardegna Ricerche per unirsi alle aziende facenti parte del “Catalogo delle produzioni naturali e sostenibili in Sardegna”. La pubblicazione raccoglie al suo interno numerose produzioni locali realizzate con l'utilizzo di materiali naturali tipici della tradizione e della cultura sarda, inclusi quelli ottenuti riutilizzando materiali di scarto e promuove l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e dei materiali sostenibili.

La volontà dell'Associazione è infatti quella di collaborare il più possibile con aziende che identifichino nella ricerca, nella conoscenza della tradizione e nel rispetto del territorio e delle sue fonti, le linee guida delle loro attività.

Il vostro approccio verde permea tutta la produzione degli arredi oppure su qualche fase si può ancora intervenire?

Alcune delle linee di arredi o allestimenti per esterni prodotte dall'Associazione sono composte circa al 60/70% da materiali di scarto. Ciò non toglie che il controllo di tutte le fasi di produzione e delle scelte materiche per le finiture possano e debbano essere sempre più rispettose dell'ambiente.

Che tipo di imprese potrebbero essere coinvolte nelle prossime attività?

Mazzamurru ad oggi ha collaborato con realtà differenti: imprese artigiane (ceramiche e tessuti), produttori di materie prime (sughero), aziende operanti nel settore dell'arredo, cooperative ad associazioni ad indirizzo sociale (comunità minorili, licei, associazioni legate ai temi della sostenibilità, Fab Lab, pubbliche amministrazioni).

Gli sviluppi di collaborazioni future sono innumerevoli.

Quali criticità avete incontrato e come le avete risolte?

Ciascuno dei componenti dell'Associazione è impegnato in molteplici attività personali e professionali (libera professione, gestione aziendale di attività proprie) e ciò ha fino ad ora collocato le attività dell'Associazione ad un livello di 'secondo impiego' in termini di disponibilità di tempo e risorse.

La volontà futura dell'Associazione potrebbe essere sempre più quella di far crescere la mole di iniziative ed impegni nel settore, tali da permettere il salto (anche organizzativo) di Mazzamurru.

Cosa consiglieresti a chi volesse sviluppare un prodotto "green"?

La filosofia che guida ogni scelta dell’Associazione di Mazzamurru è presto riassumibile: non sprecare nulla, come gli artigiani di un tempo, significa anche produrre oggetti che durino.

Un design che studia un buon prodotto, che sappia invecchiare e magari anche migliorare nel tempo. Stanca della cultura usa e getta, MazzaMurru preferisce quella usa e tieni: un' iniziativa di filiera corta a chilometro zero.

Dall’ideazione alla produzione del prodotto tutte le scelte sono studiate nei minimi dettagli per sfruttare al meglio le potenzialità del materiale e minimizzare gli sprechi.

Per maggiori informazioni, si consulti la pagina Facebook dell'Associazione

Aggiornato il 11/09/2017