Il licenziamento è la più grave delle sanzioni disciplinari che puoi applicare nei confronti di un tuo lavoratore e per tale motivo può essere deciso solo a seguito di un notevole e colpevole inadempimento del lavoratore,o in presenza di ungiustificato motivo soggettivo o di una giusta causa.
Il licenziamento disciplinare è previsto anche in seguito a comportamenti lesivi degli obblighi del lavoratore di fedeltà, diligenza, obbedienza o che configurano inadempienze di obblighi contrattuali.
La procedura che devi seguire, supportato dal tuo consulente del lavoro, prevede i seguenti passi:
- contestazione al lavoratore dell’addebito mediante rimprovero verbale e/o scritto lasciando allo stesso 5 giorni di tempo per giustificarsi;
- comunicazione al lavoratore della sanzione adottata trascorsi i 5 giorni senza che il lavoratore abbia presentato alcuna giustificazione rispetto all'inadempienza contestata (la sanzione di solito può consistere in una sospensione non retribuita dal lavoro di max 10 gg o in una multa di max 4 ore);
- riconoscimento al lavoratore di 20 giorni di tempo per impugnare il provvedimento;
- applicazione della sanzione;
- licenziamento disciplinare con obbligo di motivazione.
In caso di specifiche violazioni di legge hai l’obbligo di rendere pubblico e accessibile a tutti i lavoratori il codice disciplinare.
In tali casi la pubblicità del codice disciplinare è indispensabile per la validità del licenziamento inteso come sanzione disciplinare diretta all’espulsione del lavoratore.
Al contrario tale pubblicità non è indispensabile tutte le volte in cui ad essere violati sono gli obblighi fondamentali che in quanto tali non necessitano di specifiche conoscenze.
Esistono alcuni casi in cui è prevista la sospensione del licenziamento che avrà comunque efficacia al termine dell’impedimento o della sospensione del rapporto quando:
- disposto a favore della lavoratrice in maternità;
- disposto a favore del lavoratore che si trova in stato di impedimento derivante da infortuni sul lavoro.