Tiscali, le risorse umane al centro dell'organizzazione

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Uno dei più grandi dilemmi dell’attuale sistema del lavoro è l’individuazione di strumenti finalizzati a far conciliare i tempi di vita e di lavoro dei dipendenti. Chi ha saputo anticipare i tempi, ne ha sicuramente tratto vantaggio. La scelta di Tiscali, che nel 2003 ha realizzato nel campus di Sa Illetta un nido aziendale e che all’epoca ha rappresentato una rivoluzione, ancora oggi è un esempio che vale la pena conoscere e raccontare. Non un caso, come spiega Paolo Stoppaccioli delle Risorse Umane, perché «la popolazione di Tiscali è formata da 774 persone, di cui circa il 51% sono donne e il 49% uomini, l’età media è intorno ai 43 anni e l’anzianità media è di 14 anni».

Cosa ha ispirato la vostra scelta?

L’idea dell’asilo aziendale è nata per dare una risposta concreta alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, mamme o papà che tutti i giorni affrontano il non agevole compito di conciliare vita lavorativa e familiare. Le persone lavorano meglio e sono più produttive se sono serene, il fatto che nido e luogo di lavoro si trovino nello stesso campus garantisce una soluzione comoda e rassicurante.

Il nido d’infanzia di Tiscali può accogliere sino a 53 bambini dai tre mesi ai tre anni e garantisce attenzione alle necessità primarie di cura e attenzione, allo sviluppo di autonomia e capacità cognitive e stimoli adeguati. È suddiviso in due spazi: la sala Lattanti, per i bambini da 3 a 13/15 mesi, e la sala Grandi, dai 15 ai 36 mesi. Anche le attività educative sono diversificate in base all’età dei piccoli ospiti.

Da quanto tempo avete importato questa novità?

A qualche anno di distanza dalla nascita di Tiscali c’era più di un migliaio di dipendenti, fra cui numerosissime donne: nell’ottobre del 2003, quando la sede dell’azienda si è trasferita nel campus di Sa Illetta, è stato attivato il nido aziendale. Una vera rivoluzione, considerando anche che all’epoca mancava qualsiasi riferimento normativo a livello regionale. Tra il 2008 e il 2009, quando l’età media delle nostre lavoratrici si attestava intorno ai 35 anni, si è raggiunta la capienza massima del nido, che oggi accoglie 35 bambini. I locali del nido sono gratuiti, la retta a carico dei genitori è a tariffe concorrenziali.

Avete effettivamente contribuito a migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti?

La risposta è senz’altro positiva. D’altronde l’intero campus di Sa Illetta è stato progettato per favorire l’armonia nell’ambiente di lavoro: spazi interni puliti e lineari e un parco di circa sei ettari disseminato di opere d’arte realizzate da artisti quali Pistoletto, Nivola, Maria Lai, Eliasson e Sciola.

In questo contesto si inserisce un edifico a sé stante dedicato ai locali di asilo nido, mensa e bar, situati all’interno di una classica casa campidanese a corte. La casa stessa dà subito l’idea di un ambiente familiare e accogliente. Numerose aziende ci hanno restituito dei feedback positivi rispetto all’ambiente di lavoro a Sa Illetta, da Fastweb a Engineering, da Convergys a Telit e Open Campus, che incuba al suo interno molteplici startup.

E questo ha influito sulla qualità del lavoro? E in che termini?

Il miglioramento della qualità del lavoro per i genitori che fruiscono dell’asilo nido è visibile. Se luogo di lavoro e luogo in cui si trova il nido coincidono, questo semplifica molto la gestione quotidiana degli orari e degli spostamenti. Inoltre i genitori lavorano più sereni perché possono avvicinarsi all’occorrenza ai locali dell’asilo. Infine, l’azienda dà a tutti i genitori, non solo a coloro che usufruiscono del nido aziendale, la possibilità di utilizzare 20 ore totali di permesso retribuito per l’inserimento dei propri figli all’asilo o alla scuola materna.

Il fatto che tra il management aziendale ci sia una cospicua “quota rosa” ha influito sulla vostra scelta?

Più che di quote rosa riferite ai ruoli manageriali, Tiscali è nel complesso un’azienda “rosa”. Le donne infatti rappresentano più della metà dei dipendenti e l’età media delle donne si attesta intorno ai 42 anni. Già dall’analisi di questi pochi dati, si capisce come per l’azienda sia fondamentale affrontare il tema della conciliazione vita lavoro.

Come ben sappiamo, la rapida evoluzione della struttura della famiglia non si è sempre accompagnata a una reale suddivisione tra padri e madri delle responsabilità in tale ambito: ecco perché la scelta dell’azienda di avere un nido aziendale è un contributo concreto alle pari opportunità.

Pensate di aver fatto da modello per qualcuno?

Certamente, molte medie e grandi aziende hanno seguito e nel tempo sviluppato idee analoghe a quella di Tiscali. Il nostro punto di forza resta il contesto ambientale che crediamo essere unico nel suo genere.

Ritenete che gli investimenti sulle risorse umane e sulla qualità del lavoro siano stati importanti per la vostra produttività?

La componente delle risorse umane è fondamentale, in qualsiasi organizzazione. Curare il rapporto e il benessere delle persone che lavorano in un’impresa e adottare misure volte ad agevolarle nella conciliazione vita-lavoro significa instaurare un rapporto fiduciario con il dipendente, che risponderà con risultati positivi: a una maggior soddisfazione del dipendente conseguiranno una maggior produttività, un aumento di livello di impegno e motivazione e una diminuzione dell’assenteismo.  Tiscali risponde a queste esigenze anche con una serie di misure previste dagli accordi integrativi, stipulati negli anni con le organizzazioni sindacali. Fra queste misure, possiamo ricordarne alcune particolarmente importanti: un’assicurazione sanitaria integrativa, permessi retribuiti aggiuntivi per la nascita dei figli e per malattia degli stessi, agevolazioni nei turni per le madri di bambini fino ai 2 anni, permessi retribuiti aggiuntivi per tutti i dipendenti per visite specialistiche. Chiaramente le politiche di welfare devono essere rese compatibili con la sostenibilità aziendale, ma  l’attenzione verso le persone non è mai venuta meno nemmeno in questi anni di difficile congiuntura economica.

Quanto e come hanno influito sulla vostra mission?

Il ruolo delle risorse umane per Tiscali è centrale. I valori guida della nostra azienda sono veicolati mediante un percorso di formazione che in via tendenziale riguarda tutte le persone, partendo dalle figure apicali: la trasmissione del nuovo modello avviene dall’organizzazione ai singoli in un meccanismo “a cascata”. Tiscali oggi si identifica in una mission incentrata nel “dare a tutti e a ciascuno l’opportunità di partecipare liberamente alla vita digitale” e la vision condivisa con l’intera organizzazione di “realizzare quello che promettiamo: ascoltare ed anticipare il cliente conciliando rapidità, innovazione e semplicità”. In quest’ottica, quindi, le lavoratrici e i lavoratori vengono coinvolti e resi partecipi, potendo così esplicitare al meglio le loro potenzialità professionali.

La vostra scelta ha facilitato il radicamento sul territorio, sia in termini sociali che economici?

Si, anche attraverso le esternalizzazioni con Fastweb e Engineering, che hanno scelto Sa Illetta come sede della loro attività industriale in collaborazione con Tiscali.

La vostra immagine ne ha goduto, anche in termini economici?

Tiscali ha recentemente rifocalizzato il proprio core business sulla fornitura di servizi di accesso alla banda ultralarga per i segmenti Consumer, SOHO e SME in particolare attraverso lo sviluppo e l’utilizzo della rete proprietaria di accesso LTE (Wireless Fiber To The Home) e la piena valorizzazione della rete di accesso in Fibra grazie all’accordo strategico siglato con Open Fiber. A oggi l’azienda ricomincia a guardare il futuro con prospettive di crescita.

20/07/2017