Piano Igea, si investe per trasformare i siti minerari della Sardegna inattivi in poli di attrazione turistica

Browse
Pigliaru e Piras a Iglesias per Igea

Sette milioni e mezzo di euro di investimenti e oltre 160milioni di euro di interventi. Sono i numeri del nuovo Piano industriale di Igea per il triennio 2018-2021. Il documento della società in house della Regione ha ricevuto il via libera dalla giunta Pigliaru. Quando è stata presa in carico dall’attuale esecutivo, Igea si trovava in una condizione di profonda crisi economica, finanziaria e produttiva che è stata risanata in questi anni.

Attualmente Igea ha in custodia, con l’impegno di attuarne la chiusura, oltre 50 siti minerari non più produttivi. La società in house della Regione è proprietaria di un patrimonio immobiliare costituito da oltre 3mila e 500 cespiti: il 40% sono fabbricati, il restante 60% sono terreni. Gran parte del patrimonio si trova tra le aree dell’Iglesiente, dell’Arburese e del Guspinese.

I principali impegni di Igea saranno dedicati alla bonifica del sito di Santu Miali a Furtei, per cui sono previsti lavori per oltre 67milioni e 700mila euro, e il completamento della messa in sicurezza, con la successiva chiusura e poi il recupero ambientale degli oltre 50 siti minerari di sua proprietà, che impegneranno la società per un periodo medio/lungo, con una previsione di circa 68milioni e 700mila euro.

«Igea ha un ruolo fondamentale all’interno del processo di razionalizzazione delle partecipate dell’assessorato regionale dell’Industria», spiega l’assessora Maria Grazia Piras. La sua riorganizzazione «rientra nel più ampio processo di riordino delle partecipazioni regionali – precisa – avendo incorporato nel 2017 quattro società in liquidazione da oltre dieci anni e preparandosi a incorporarne altre due entro l’anno». Ma Maria Grazia Piras posto l’accento anche su «tutto quello che resta ancora da fare per raggiungere l’obiettivo del completo risanamento».

Per il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, all’inizio del mandato è stata fatta «una scelta risoluta, prendendo in mano Igea in una situazione disastrosa, riconoscendo l’importanza della missione a cui questa società era destinata per tutto il territorio e per la Sardegna». Ecco perché «l’abbiamo rimessa in condizione di fare cose indispensabili, dalle bonifiche alla messa in sicurezza dei siti minerari», continua il presidente. «Il risultato è che ora molte bonifiche sono partite, Igea conta trecento occupati e le prospettive sono molto positive», sottolinea Pigliaru. «Abbiamo accompagnato il risanamento della società, scegliendo le persone giuste e contando sulla collaborazione preziosa dei lavoratori», insiste.

«Ma la ripresa del territorio e la valorizzazione dei siti ex minerari non può prescindere dalle bonifiche – averte il governatore – il risanamento ambientale consente di restituire alle comunità aree che possono diventare produttive, come abbiamo iniziato a fare a Furtei». Il suo pensiero è anche per Sant’Antioco, «dove si sta lavorando per iniziare al più presto la bonifica di un’area che ha un grandissimo potenziale di sviluppo turistico – conclude – perché l’obiettivo è ampliare questo tipo di offerta turistica, con la partecipazione del Parco Geominerario e dei Comuni».

Argomenti
Industria
10/09/2018