Le imprese sarde crescono più della media nazionale

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Le imprese sarde crescono più della media nazionale

Il tasso di crescita delle imprese della Sardegna ha superato la media nazionale anche nel 2023. L’isola si colloca al quinto posto tra le regioni italiane, con un +0,91 per cento (con 144.389 imprese attive), dietro Lazio (+1,59), Lombardia (+1,12 per cento), Campania e Trentino-Alto Adige, media nazionale di crescita 0,70. Un dato confermato anno dopo anno dal 2017 (con la sola eccezione del 2018), sebbene il gap positivo si sia assottigliato rispetto al 2022, quando era all’1,38, ritornando al 2020, anno della pandemia. Il picco era stato registrato invece nel 2021 con l’1,87 per cento. In questo quadro, il nord della Sardegna mostra una marcia in più rispetto al resto dell’isola, confermandosi l’area più vivace dell’Isola. Il tasso di crescita del +1,41 per cento (con 45.994 imprese attive) risulta il sesto miglior risultato tra i 105 territori nazionali.

Nonostante il recente accorpamento delle Camere di Commercio di Cagliari e Oristano, i dati di Unioncamere risultano ancora separati e mostrano per l’area cagliaritana un tasso di crescita dello 0,91 per cento (13° piazzamento in Italia), con 57.951 imprese attive, e per quella oristanese dello 0,17 per cento (65° posto). Il sistema imprenditoriale di Nuoro, con un +0,39 per cento, si ferma al 44° risultato nazionale. Per trovare un tasso di crescita del nord Sardegna inferiore alla media regionale bisogna tornare indietro al 2017. La tenuta della dinamica positiva del tessuto imprenditoriale della Sardegna è da ascrivere principalmente all’aerea settentrionale dell’Isola. La differenza nel tasso di crescita tra il territorio gallurese, che ha un tasso del +2,24 per cento, e quello sassarese, che ha un tasso del +0,86 per cento, è sostanziale.

Sono i dati relativi all'andamento economico del 2023 elaborati dal servizio promozione economica e statistica della Camera di Commercio di Sassari. 

A livello regionale, il più dinamico, in termini di crescita imprenditoriale, è il comparto dei servizi che alla fine degli scorsi dodici mesi ha contato 591 imprese in più rispetto al 2022 (+2,2 per cento). Tra questi da segnalare un vero e proprio boom delle attività professionali scientifiche e tecniche che presentano un aumento di 132 imprese (+3,8 per cento) e di quelle legate al noleggio e ai servizi di supporto alle imprese (saldo positivo da inizio anno di 120 attività e una variazione relativa del 2,3 per cento). Dinamica positiva, ma meno vivace degli anni precedenti, anche per il settore delle costruzioni che si presenta a fine anno con 153 imprese in più (+0,8 per cento, nel 2022 la crescita annuale era stata del 1,2 per cento). Bene anche il comparto del turismo legato alle attività dell’alloggio (158 iniziative imprenditoriali in più da inizio anno) in controtendenza con la leggera flessione di quelle della ristorazione (-0,4 per cento).

Preoccupante, costante e strutturale calo del numero delle imprese del commercio. Per l’undicesimo anno consecutivo si registra una riduzione della numerosità delle imprese del comparto con una perdita complessiva di oltre 5.400 aziende. Nel corso del 2023 la scomparsa di 740 imprese (-2,1 per cento rispetto al 2022) risulta la più pesante degli ultimi 10 anni analizzati. Esaminando più approfonditamente i dati emerge che il processo di spopolamento imprenditoriale in questo specifico settore ha coinvolto principalmente il commercio al dettaglio (655 imprese in meno nell’ultimo anno). Nel comparto il bilancio di fine anno evidenzia una significativa perdita di 570 imprese (-1,6 per cento), mentre presenta una riduzione complessiva 153 attività (-1,5 per cento), quasi esclusivamente legate al comparto manifatturiero.

21/02/2024