
L’Istat ha diffuso i dati relativi alla produzione industriale nazionale nello scorso mese di gennaio. Si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti del 3,2 per cento rispetto a dicembre 2024 e nella media del trimestre novembre-gennaio il livello della produzione rimane invariato rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato cala su base mensile solo per l’energia (-3,4 per cento); mentre si osservano aumenti per i beni strumentali (+4,1 per cento), i beni intermedi (+4,0 per cento) e i beni di consumo (+2,6 per cento).
Ma, «al netto degli effetti di calendario», precisa l’Istat, a gennaio 2025 l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dello 0,6 per cento (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2024). Si registra una crescita esclusivamente per i beni di consumo (+0,4 per cento). Al contrario, diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali e l’energia (-0,8 per cento per entrambi i raggruppamenti di industrie) e i beni intermedi (-0,6 per cento).
L’Istat spiega che i settori di attività economica che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+21,7 per cento), l’industria del legno, della carta e stampa (+6,2 per cento) e la fabbricazione di prodotti chimici (+4,3 per cento). Le flessioni più ampie hanno riguardato la fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,1 per cento), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,3 per cento) e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,2 per cento).