Sotacarbo, l'eccellenza sarda nel campo della ricerca che lavora per trasformare la CO2 in energia

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Alessandro Lanza, presidente di Sotacarbo

«La Sardegna ha le dimensioni giuste per poter diventare in dieci anni e con le risorse necessarie una piattaforma carbon free». Parola di Alessandro Lanza, presidente di Sotacarbo, la società di Enea e Regione Sardegna che ha stabilito il proprio quartier generale di Serbariu, a Carbonia, nella storica miniera di carbone, 22 ettari che negli anni Trenta hanno rappresentato il nucleo su cui venne poi fondata la città. Nata nel 1987 per volontà di Eni, Enel ed Enea con l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative nell’utilizzazione del carbone, oggi la società è considerato un polo di ricerca di eccellenza e ha incrementato le attività di innovazione tecnologica, di studio e sperimentazione, di progettazione di impianti industriali a basse emissioni di carbonio, di divulgazione scientifica e di sensibilizzazione sui legami tra scelte energetiche e impatto su clima e ambiente. Per Alessandro Lanza, esperto di clima e di energia, questi argomenti sono il pane quotidiano. La sua visione da tecnico, oltre che straordinariamente attuale, è anche lungimirante.«La metanizzazione è una soluzione di transizione verso un mondo rinnovabile», è la previsione che fa mentre accompagna Sardegna Impresa alla visita della struttura di Sotacarbo.

Sotacarbo sta per Società tecnologie avanzate low carbon S.p.A.. Costituita come detto nel 1987, nel 1989 la società vede l’ingresso della Regione tramite l’Ente minerario sardo. Nel 1999 Enel ed Eni, diventate società per azioni, escono dalla compagine societaria: rimangono, in condizioni paritarie, Enea e Regione Sardegna. Nel 2004 si realizza il nuovo centro ricerche a Serbariu, e da lì in poi la società si concentra nell’incremento delle attività di ricerca e di innovazione tecnologica, diventando un riferimento e accreditandosi come rappresentante dell’Italia, individuato dal Ministero dell’Industria, nell’International Energy Agency Coal Research. Da quel momento in poi Sotacarbo ospita stabilmente o organizza conferenze, meeting internazionali e summer school sul clima e sul futuro. La realizzazione del “Centro di eccellenza carbone pulito” diventa uno dei punti principali del “Piano Sulcis” elaborato da Governo, Regione Sardegna, Provincia di Carbonia-Iglesias e Comuni del Sulcis Iglesiente e viene inserito nel protocollo d’intesa sottoscritto da Ministero dello Sviluppo economico e Regione Sardegna.

I programmi di ricerca di Sotacarbo si inquadrano in un piano strategico rivolto alla conversione di energia a basse emissioni di anidride carbonica e alle tecnologie di separazione, utilizzo e confinamento della CO2. Le attività di ricerca sono finalizzate al superamento dei principali limiti tecnologici che rallentano la diffusione commerciale delle tecnologie. Si mira alla ricerca di base, per studiare sperimentalmente processi e approcci promettenti ma ancora in fase embrionale, e alla ricerca applicata, per rendere applicabili a livello industriale tecnologie quasi mature. Il conseguimento di tali finalità rende necessario un approccio multidisciplinare che coinvolge competenze avanzate di carattere ingegneristico, fisico, chimico, geologico e biologico, ma anche sociale, economico e politico. Ecco perché Sotacarbo ha stabilito una rete di collaborazioni stabili con enti, università e società pubbliche e private che operano a livello nazionale e internazionale, spesso regolate dalla partecipazione della società a consorzi e organizzazioni italiani o di dimensioni internazionali.

Il nuovo Centro Ricerche realizzato da Sotacarbo e Comune di Carbonia e inaugurato nel 2008 in origine era adibito a magazzino dei materiali. Realizzato fra il 1938 e il 1939, venne poi ampliato negli anni Cinquanta. È grande 2500 metri quadri al coperto. Di questi, 1430 ospitano laboratori, uffici, archivi e servizi tecnologici e 300 sono adibiti al montaggio di componenti di piccoli impianti sperimentali. Al suo interno Sotacarbo ha affiancato alle normali attività di ricerca quelle di formazione e divulgazione scientifica tra pubblicazioni, laboratori e percorsi didattici per gli studenti delle scuole sarde, report di sintesi sull’attività dell’Iea, pubblicazione degli atti di conferenze ed eventi ai quali partecipano i suoi ricercatori, e ancora convegni, seminari, giornate informative aperte a tutti.

L’orizzonte cui mira Sotacarbo lo confermano anche i più recenti accordi stretti in ambito internazionale, a iniziare da quello con lo statunitense Netl, il National Energy Technology Laboratory.Per Alessandro Lanzal’accordo col Netl è un passaggio importante nella storia della Sotacarbo. «Collaborare con una delle massime istituzioni della ricerca mondiale nel campo dell’energia è un grande riconoscimento e un’opportunità unica di confronto e crescita – afferma – non solo per Sotacarbo ma per tutta la Sardegna, è un’occasione che abbiamo il dovere di sfruttare al meglio». D’altronde i piani e gli obiettivi delle due realtà vanno nella stessa direzione. «Noi continuiamo a fare ricerca nel filone della produzione di energia a bassa intensità di carbonio», spiega il presidente. «Ora siamo concentrati sul riciclo della CO2– prosegue – l’anidride carbonica è il principale gas a effetto serra, oggi si lavora per riciclarla, per trasformarla in metanolo o etanolo attraverso forme di stoccaggio chimico che catturano la CO2 destinata ad andare in atmosfera e la trasformano in etanolo». Il progetto è certamente parte degli accordi operativi con Netl e segnano il futuro prossimo di Sotacarbo. Alessandro Lanza è ottimista. «Sono molto fiducioso che nei prossimi anni ci possano essere buoni risultati».

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Energia
25/10/2019