Rapporto rifiuti speciali ISPRA

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Rapporto rifiuti speciali ISPRA

È stata pubblicata da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) la diciottesima edizione del rapporto rifiuti speciali. Ricordiamo che i rifiuti speciali sono prodotti da enti e imprese, quindi da attività economiche: il rapporto quindi non prende in considerazione  i rifiuti urbani (di provenienza domestica), ma solo quelli prodotti dalle attività produttive.

L’edizione 2019 del rapporto si riferisce ai dati 2017 raccolti dal Catasto Rifiuti attraverso le dichiarazioni annuali MUD, cui vengono sommate le stime ISPRA della produzione di rifiuti speciali per i settori non obbligati alla presentazione della dichiarazione (studi medici, imprese agricole, alcune attività estetiche e i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi sotto i 10 dipendenti).

Il rapporto indica dati positivi: la crescita della quantità totale di rifiuti prodotti è modesta (+ 3% rispetto al 2016), dovuta in gran parte ai rifiuti non pericolosi (+ 3,1%, contro + 0,6% dei rifiuti pericolosi). Evitare o ridurre la produzione di rifiutiè in cima alla scala delle priorità per la sostenibilità.

Il dato migliore è segnato dalla crescita del riciclo dei materiali (+ 7,7%), accompagnato da un calo (- 8,4%) dello smaltimento, che raggruppa tutte le operazioni “definitive” (discarica, incenerimento, etc.) sui rifiuti non riciclabili, in particolare sui residui prodotti dalle operazioni di trattamento rifiuti. Cresce il recupero e cala quello che si “butta via” per sempre, e che alimenta tutte le problematiche di inquinamento, consumo di suolo e contrarietà della popolazione causate dalle discariche. L’aumento dei materiali recuperati può alimentare il circolo virtuoso dell’economia circolare, dove il rifiuto diventa risorsae viene reimmesso nel ciclo produttivo.

Argomenti
Ambiente e salute
01/09/2019