Ogliastra, alla scoperta del Caseificio Boi, dove la tradizione è sinonimo di innovazione

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Ogliastra, alla scoperta del Caseificio Boi, dove la tradizione è sinonimo di innovazione

Un’azienda che dagli anni Cinquanta tramanda i principi dell’arte casearia, in quella terra simbolo delle blue zone, l’Ogliastra, custode del segreto della longevità. «L’azienda è cresciuta rispetto al passato – racconta il nipote di Silvio Boi, Andrea -. Dalla fine degli anni Cinquanta, quando mio nonno iniziò, a Barisardo, e in seguito, negli anni Sessanta, quando la nostra azienda a conduzione familiare si trasferì a Cardedu, fino ad arrivare al boom degli anni Ottanta e Novanta. Adesso, alla terza generazione, bisogna adeguarsi rispetto al mercato attuale, alle nuove esigenze dei clienti, diverse rispetto a qualche decennio fa». Grazie a questa sua esperienza pluridecennale, il Caseificio Silvio Boi è anche tra i soci fondatori del "Consorzio per la tutela del pecorino Sardo D.O.P."

 

Un’impresa legata ad un prodotto tradizionale, ma con lo sguardo rivolto verso l’innovazione tecnologica e di comunicazione: «Di anno in anno tutto cambia – spiega Andrea Boi –. È necessario adeguarsi dal punto di vista tecnologico. Noi, naturalmente, manteniamo quell’aspetto di artigianalità che ci caratterizza. Il nostro è un prodotto lavorato ancora a mano, realizziamo formaggi ovini, caprini, e ovi-caprini (freschi e stagionati) come si faceva nei tempi antichi. Accanto alla tradizione abbiamo inserito strumenti che permettano di adeguarsi al mercato».

 

Alla domanda in che cosa investire in Sardegna abbia rappresentato un plusvalore, risponde: «Soprattutto per la materia prima, è riconosciuto che in Ogliastra sia eccezionale». Una tradizione consolidata e tramandata di generazione in generazione, quella del Caseificio Sivio Boi, dove il pascolo delle pecore e delle capre, che forniscono al caseificio la materia prima, è praticato ancora allo stato brado o semibrado, rispettando la transumanza delle greggi. La raccolta del latte avviene alla mattina presto, mentre da fine agosto a fine novembre non c’è produzione, perché sono i mesi nei quali le pecore e le capre devono affiliare. Infine la stagionatura è curata in appositi locali con temperatura e umidità costantemente controllate.

 

Quanto è radicata nel territorio?

Siamo profondamente radicati soprattutto in Ogliastra, ma abbiamo diversi clienti a livello nazionale e ci stiamo affacciando ai mercati esteri. I livelli occupazionali sono stabili.

 

Quali sono gli obiettivi a breve, media lunga durata?

Obiettivo a breve-medio termine è creare una rete commerciale che possa funzionare in maniera sicura con una clientela costante, una rete commerciale che possa essere sviluppata in Italia o all’estero. Attualmente siamo presenti in Germania.

 

Quali sono gli aspetti da migliorare?

Siamo contenti di stare in Sardegna, l’unica cosa che mi auguro è che possano esserci anche incentivi esterni da parte della Regione che possano venire maggiormente incontro alle nostre esigenze. Gli aspetti da migliorare in azienda sono essenzialmente due: aspetti di tipo strutturale e l’acquisto di nuovi macchinari, necessari per investire e puntare su nuovi mercati. Sono investimenti che possono influire in Sardegna e fuori dall’Isola. Acquistare nuovi macchinari significherebbe servire il pubblico in maniera diversa, ad esempio non più con la forma intera ma con il formato porzionato, o con un formato più piccolo non ancora sviluppato.

In quale misura le politiche comunitarie, nazionali e regionali hanno rappresentato un’opportunità per la vostra azienda?

A mio parere occorrerebbe un’azione di follow up ben strutturata, soprattutto offrire maggiore supporto nella fase di intercettazione del cliente, per poter rispondere meglio alle esigenze delle aziende.

 

Argomenti
Agricoltura
21/03/2018