"Mistral", il vento dell'innovazione soffia sull'economia turistica di Oristano

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ingresso Hotel Mistral Oristano

A volte fare impresa significa vedere una prospettiva dove gli altri non la vedono. È il caso di Alberto Sanna, ingegnere, costruttore e titolare della società Mistral. Nei primi anni Ottanta ha scommesso sul turismo a Oristano, dove a tutti sembrava un azzardo puntare su un settore con cui il territorio non aveva ancora avuto niente a che fare. Da imprenditori e da persone lungimiranti, che amano le sfide, più di recente i Sanna hanno scommesso nell’ambito della sostenibilità del sistema turistico locale, coniugando i loro investimenti nel campo dell’accoglienza a quelli sempre più attuali sulla valorizzazione dell’economia isolana, sull’efficientamento energetico e sull’approccio ambientale al fare impresa. Rossella Sanna, rappresentante della società e figlia del fondatore, ha raccontato a Sardegna Impresa questa singolare storia aziendale.

Da quanto esiste questa realtà imprenditoriale?

“Mistral” nasce nel 1983 con nostro padre Alberto Sanna, ingegnere e costruttore, che con la sua visione articolata e aperta dello sviluppo di Oristano, allora tagliata fuori dagli itinerari turistici consolidati, vedeva nel turismo un’importante opportunità per la città e per il suo territorio. Costruì il primo albergo a tre stelle, il Mistral, al quale si è aggiunto il quattro stelle Mistral 2, nel 1990. Oggi siamo al secondo passaggio generazionale.

Quanto e come sono cambiati la sua mission e il suo core business?

La nostra attività principale è quella di fornire agli ospiti degli alberghi soggiorno e ristorazione, con tutti i servizi connessi. Ma non ci siamo mai limitati solo a questo. Abbiamo infatti svolto una forte azione di promozione territoriale, marcando sin dall’inizio l’importanza fondamentale di un luogo sconosciuto ai più, ma le cui valenze paesaggistiche, naturalistiche e storico-archeologiche, insieme alla qualità dei prodotti agroalimentari e alla vitalità delle tradizioni locali, sono una risorsa infinita. Se questo era valido 35 anni fa, oggi lo è più che mai. Nonostante i nostri alberghi siano edifici moderni, figli dell’epoca nella quale sono stati costruiti, abbiamo creato una rete con le più interessanti realtà produttive locali che ci rende un ganglio vitale del territorio, dove si può conoscere il meglio della gastronomia oristanese e da dove si hanno tutte le informazioni e i supporti per un’esperienza di viaggio non comune.

Quale è il grado di innovazione – tecnologica, di sistema o comunicativa – e quanto ha influito sui risultati?

Internet ha ampliato i nostri confini e ci ha messo davanti a una sfida quotidiana in cui la soddisfazione del cliente si misura in tempo reale. Questo ci impone verifica e aggiornamento continui, ma ci permette anche di confrontarci realmente con il mondo esterno, e in questa azione ci portiamo dietro il bagaglio storico e culturale di una parte della Sardegna: la risposta è quella dei visitatori che ritornano e fanno dell’Oristanese la meta di un soggiorno interessante.

Importanti sono state le opportunità dei bandi europei, sui quali abbiamo investito per il raggiungimento del marchio Ecolabel, che ci ha permesso di innescare processi virtuosi che hanno prodotto riscontri concreti, come la massima efficienza nella raccolta differenziata con riduzione al minimo di secco indifferenziato, e di immagine agli occhi della clientela, principalmente nord europea.

Sempre sulla strada della sostenibilità, grazie alle analisi sui consumi rilevati con il check-up energetico, realizzato grazie al microincentivo di Sardegna Ricerche, siamo stati in grado di utilizzare al meglio il bando “Imprese efficienti” per migliorare le prestazioni energetiche dei due alberghi.

Quanto è radicata nel territorio, in termini sia sociali sia economici?

I nostri alberghi sono punto di riferimento per gli oristanesi e per l’intera Sardegna. Abbiamo destinato un piano dell’Hotel Mistral alla casa dello studente, in accordo con il consorzio Uno per gli studenti universitari. Siamo sede di diverse associazioni no profit, svolgiamo attività culturale e diamo spazio ad artisti emergenti, siamo stati sede dell’Università di Aristan, ospitiamo manifestazioni di beneficienza. A breve saremo sede di un importante appuntamento musicale, legato alla rassegna jazz in Sardegna. E nel ristorante usiamo prodotti locali, facciamo sinergia e promuoviamo le aziende e i valori del territorio. Il cibo e l’alimentazione sono espressione diretta della sua cultura e della sua comunità. Noi vogliamo sempre più interpretare questa realtà, farla crescere con rapporti solidali e condivisi con le diverse realtà produttive.

I livelli occupazionali sono stabili o in crescita? E confidate che le strategie elaborate più di recente possano favorire ulteriormente la crescita degli occupati?

I nostri alberghi sono aperti tutto l’anno e hanno una clientela mista, legata al turismo “leisure” e “business”. In una realtà economicamente marginale come quella di Oristano, la crisi iniziata nel 2008 si è sentita molto. La ripresa ci vede ottimisti, contiamo di consolidare il livello occupazionale attuale con buone prospettive di crescita. Rivolgiamo particolare attenzione alle competenze degli addetti, mettendo in atto processi di aggiornamento e formazione ricorrente del personale.

In che cosa investire in Sardegna ha rappresentato un plusvalore?

L’insularità deve diventare un valore. Il territorio, inteso con le sue diverse valenze, la sua storia, la sua cultura, i suoi paesaggi e suoi prodotti, è la nostra risorsa per oggi e domani. Dobbiamo investire con più costanza e determinazione per accrescere e mantenere il suo valore materiale e immateriale. La scuola, la formazione e la ricerca applicata devono essere meglio utilizzate per investire sul futuro.

E quali sarebbero invece gli aspetti da migliorare?

Auspichiamo che si mettano in atto quanto prima azioni di salvaguardia e di tutela coniugate con la valorizzazione e la possibilità di fruizione dell’ingente patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico, archeologico e culturale della Sardegna e in particolare di aree poco conosciute, ma ricchissime, come la provincia di Oristano. Nelle azioni di marketing e comunicazione la Sardegna deve essere promossa nel suo complesso.

Quali sono gli obiettivi a breve, media e lunga durata?

La cura nell’accoglienza del cliente è uno degli elementi che ci caratterizzano. Vogliamo consolidare e incrementare questa nostra caratteristica ritagliandoci un ruolo di intermediari con il territorio per accompagnare l’esperienza di viaggio di chi viene in Sardegna in vacanza e consolidare la garanzia dell’accoglienza per chi viaggia per lavoro durante tutto l’anno. Intendiamo migliorare la nostra specializzazione nella gastronomia tradizionale, curando ancor di più la cernita dei prodotti di qualità. Vogliamo esaltare quella parte della tradizione enogastronomica meno conosciuta e più radicata nelle tradizioni locali, diventare un punto di eccellenza per chi ama sperimentare i sapori antichi.

Esiste la possibilità che il vostro esempio possa ispirare altre realtà e la strutturazione di un vero e proprio distretto? Quanto è realisticamente fondata?

Crediamo che la strutturazione di un vero e proprio distretto turistico sia necessaria per dare gambe a un settore complesso quale è il turismo in una zona che vive di equilibri delicati tra sistemi umidi, aree protette, bacini archeologici e un sistema agroalimentare fondato sulla genuinità e sulla qualità. Oristano, al centro della Sardegna occidentale in un contesto ambientale straordinario insieme ai comuni vicini, può divenire un modello per l’intera Sardegna. In quest’ottica non dobbiamo sprecare l’occasione che ci viene dall’attuazione della nuova Legge regionale sul Turismo.

Le politiche comunitarie, quelle nazionali e quelle regionali hanno rappresentato un’opportunità? Cosa consiglierebbe a chi vuole iniziare a fare impresa per non farsele sfuggire?

Sicuramente rappresentano un’opportunità e ne abbiamo tratto vantaggio quando abbiamo potuto. Andrebbe rafforzato il legame tra il sistema delle imprese e la cabina di regia delle politiche comunitarie, nazionali e regionali. Fare impresa in condizioni di margine, con le difficoltà legate ai trasporti e con i problemi demografici che stiamo vivendo non è facile, è una condizione che dovrebbe essere ulteriormente sostenuta con politiche specifiche che riducano il gap oggi ancora in parte sulle spalle dell’impresa.

Argomenti
Turismo, Ambiente e salute, Energia
20/01/2018