Innovazione ed internazionalizzazione, le parole d'ordine di Orefice Generators srl

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Innovazione ed internazionalizzazione, le parole d'ordine di Orefice Generators srl

Dall’Etiopia alla Tunisia, dal Marocco all’Algeria. E ancora Senegal, Emirati Arabi, Taiwan, Messico, Bangladesh.

Dal 2012 la Orefice Srl, azienda specializzata nella costruzione di gruppi elettrogeni con sede a Sestu, è arrivata lontano. «Esportiamo con regolarità in molte nazioni, circa il 70 per cento della nostra produzione, in tutto il mondo», spiega Andrea Orefice, general manager. «Le nostre radici sono profonde: nel 1938, a Cagliari, la mia famiglia ha iniziato la sua attività basata principalmente sull’elettromeccanica. L’azienda, fondata e condotta da mio nonno, ha fatto scuola nel settore e ha lavorato per le principali realtà Italiane del secolo scorso. Abbandonare, in parte, la mentalità artigianale e passare a quella Industriale è stato un salto importante».

Un’azienda che ha fatto dell’innovazione il suo cavallo di battaglia. «Investiamo una percentuale importante delle nostre risorse in ricerca e sviluppo – aggiunge Orefice –. Nonostante in tanti sostengano che nel nostro settore ci sia davvero poco da inventare, proprio lo scorso anno, in occasione della manifestazione internazionale Matexpo, in Belgio, abbiamo presentato un nostro prodotto capace di recuperare calore dai generatori e, di conseguenza, diminuire il livello di emissioni di CO2. Ci siamo così aggiudicati il “Green Award” un premio internazionale che ci ha visto sfidare e vincere contro Colossi del settore industriale Internazionale. La Orefice Srl è indubbiamente una realtà ben radicata nel territorio, con uno staff composto da sardi, ma anche da giovani provenienti da tutta la Penisola. Alcuni di loro hanno scelto di trasferirsi in Sardegna, altri arrivano da un altro continente. Un indotto costituito da terzisti, artigiani, trasportatori, aziende di servizi e consulenza e altre figure. «In passato – sottolinea – abbiamo avuto l’opportunità e la tentazione di cambiare regione, nazione e continente ma, nonostante tutto, abbiamo scelto di restare in Sardegna, ed è ancora qui che manteniamo la linea di produzione. Inevitabilmente contribuiamo allo sviluppo economico locale e regionale».

Secondo il general manager «il trend di crescita è sempre stato nella media del settore, ma tra il 2016 ed il 2017 il fatturato è raddoppiato e, conseguentemente, abbiamo duplicato la nostra forza lavoro. Contiamo di continuare a crescere nei prossimi tre anni, ma preferiamo investire sulla competenza individuale piuttosto che sulla quantità del personale. Diamo spazio e fiducia solo ad elementi validi».

La Sardegna ha rappresentato un plusvalore per la vostra azienda?

«Ogni volta che facciamo una scelta, di fatto rinunciamo a qualcosa. Partendo da questo presupposto non possiamo dire se siano state le nostre origini ad avere influenzato la scelta di investire nell’Isola, ma sicuramente c’è una forte voglia di dimostrare che “in Sardegna si può fare”.

Avere investito in Sardegna ha dato origine però anche ad una serie di eventi direttamente collegati all’insularità e ad alcune delusioni legate a diverse opportunità mancate. Solo per fare un esempio, nonostante l’area industriale di Sestu, dove abbiamo sede operativa, sia una delle aree che ha avuto un’impennata in termini di presenze e di insediamenti industriali e commerciali, ancora oggi, dopo tredici anni dal nostro arrivo, non lo sono altrettanto, i servizi al suo interno. Mi riferisco, ad esempio, all’illuminazione pubblica e alla fibra ottica, quest’ultima presente nel centro del paese ma non nella nostra area produttiva».

Ci sono, a suo parere, aspetti da migliorare?

«I trasporti, carenti e costosi, contribuiscono frenare e a volte ad annullare la competitività nei confronti dei competitors d’oltre Tirreno. Di recente abbiamo ritardato di qualche giorno una spedizione in Bangladesh a causa della mancanza di un container adeguato al trasporto del nostro prodotto. Infrastrutture e trasporti sono la base dello sviluppo dell’economia, specialmente quella isolana. Ci auguriamo che a livello nazionale e regionale si intervenga subito per cambiare la situazione in maniera risolutiva. Anche raggiungere i clienti diventa complesso, a causa degli scarsi collegamenti aerei. Abbiamo fiducia nelle Istituzioni e speriamo si arrivi presto ad una soluzione».

 

Quali sono i vostri obiettivi?

«Stiamo lavorando su due nuovi progetti, entrambi innovativi. Abbiamo l’obiettivo di presentare queste novità nel 2019. A medio e a lungo termine siamo determinati a rafforzare la nostra presenza nei mercati internazionali istituendo rappresentanze dirette e senza intermediari. Un altro obiettivo è quello di aumentare il volume di unità prodotte allestendo nuovi reparti di produzione destinati alle componenti meccaniche che oggi acquistiamo fuori regione».

 

Crede che la vostra impresa possa rappresentare una fonte di ispirazione per la costituzione di altre realtà?

«Sì, ma solo se i nuovi imprenditori saranno disposti a mettersi in gioco con la mentalità giusta. La tendenza generale è quella di sviluppare Business che esistono già, tentando di migliorarli, probabilmente perché investire su un progetto già realizzato da altre aziende sembra meno rischioso. Attualmente acquistiamo componenti da diverse parti d’ Italia. Tali componenti potrebbero essere prodotti senza problemi in Sardegna, ma nessuno ancora ci ha creduto.

Quanto le politiche comunitarie, nazionali e regionali, hanno rappresentato per voi un’opportunità?

Le politiche Comunitarie e quelle Regionali sono intervenute in maniera precisa e puntuale e hanno stimolato le aziende del settore Industriale come la nostra. Non posso affermare lo stesso per le politiche Nazionali.

Il consiglio che posso dare a chi avesse intenzione di avviare un’impresa è di avvalersi di Consulenti esterni preparati e referenziati per portare avanti iniziative di industrializzazione e internazionalizzazione. Presentarsi sul mercato richiede una preparazione non solo tecnica e commerciale, ma anche una veste adatta per fare marketing. Quello che intendo dire è che non basta pensare e raccontare di quanto siano di qualità i prodotti, ma piuttosto è importante saperli presentare nel modo giusto.

Argomenti
Internazionalizzazione ed export, Ricerca e innovazione, Investire in Sardegna
20/03/2018