Energia, la Regione accelera sulla metanizzazione e punta tutto sulla creazione di una "isola intelligente"

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Stefano Piras, direttore servizio Energia dell'assessorato regionale dell'Industria

La metanizzazione per garantire all’isola approvvigionamenti sicuri e costi energetici minori. La creazione di reti smart per condurre il sistema energetico regionale verso la sostenibilità. La ricerca e l’innovazione per riconvertire l’industria e altri settori centrali dell’economia sarda, come l’edilizia, alla “green economy”. La promozione di azioni per radicare in Sardegna un sistema produttivo basato sulla “circular economy”, secondo cui vale ancora che «in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma», perché ogni materiale che fino a ieri era uno scarto, ossia un costo, oggi è fonte di energia o di efficientamento. Sono i pilastri su cui la Regione Sardegna fonda le proprie politiche energetiche. A raccontarne la coerenza e la graduale realizzazione è Stefano Piras, direttore del servizio Energia ed Economia Verde della direzione generale dell’assessorato regionale dell’Industria.

«Da sempre la competenza in materia energetica è di questo assessorato, ma ora le competenze si sono ampliate, sono più sentiti i temi ambientali e il legame tra energia e sostenibilità ambientale, e ciò chiama in causa altri settori, come l’innovazione e la ricerca», esordisce Piras. «Il Piano energetico regionale del 2016 ribadisce comunque la centralità in tema di politiche energetiche dell’assessorato dell’Industria, cui affida la regia della Conferenza regionale dell’energia, composta anche altri attori istituzionali e stakeholder», specifica. Il fulcro è il Piano energetico regionale. «Si basa sugli orientamenti del “Pacchetto clima ed energia” dell’Unione europea, cui si adeguato anche le norme nazionali – spiega Stefano Piras – il percorso comunitario è coerente con gli strumenti di attuazione finanziati dai fondi strutturali Por-Fesr 2014-2020».

Al centro c’è l’innovazione. «La Sardegna diventa una piattaforma per lo sviluppo energetico intelligente col ricorso a smart grid, smart comunnities e smart cities», dice il direttore. C’è la sicurezza. «Servono condizioni di sicurezza della fornitura e di garanzia di approvvigionamento costante – afferma – la metanizzazione dell’isola è fondamentale». C’è l’efficienza. «La sfida è lo sviluppo dell’efficienza energetica nel settore civile e industriale, ma anche nel terziario», spiega il responsabile del servizio. C’è la ricerca. «Serve aggiornamento continuo attraverso la ricerca di base – afferma – e quella applicata, che prevede vere e proprie attività di frontiera».

Parlando di energia in Sardegna, la grande questione è la metanizzazione. «Per anni il processo fondava sulla realizzazione del Galsi, il gasdotto sottomarino che avrebbe dovuto collegare l’Algeria alla Sardegna e, passando per l’isola, garantire all’Europa un approvvigionamento alternativo al gas russo», spiega Stefano Piras. L’opera non si è mai fatta e l’approvvigionamento in Europa è stato garantito dal Tap, il gasdotto che parte dall’Azerbaijan, passa da Turchia e Grecia e arriva in Puglia. Solo che così la Sardegna è rimasta la sola regione europea non metanizzata insieme alla Corsica. Si erano fatte tre ipotesi: creare una condotta sottomarina dal sud della Toscana, realizzare depositi costieri, costruire rigassificatori collegati con una dorsale interna. «Ha prevalso una soluzione ibrida, tra la seconda e la terza ipotesi», racconta il dirigente regionale. «Il piano di metanizzazione dell’isola, incluso nel Patto per lo sviluppo della Sardegna siglato col governo italiano, è in itinere sul piano amministrativo, regolatorio e di valutazione ambientale – annuncia Piras – sono previsti uno o due rigassificatori da posizionare nei porti industriali più adatti, come Porto Torres e Sarroch, e più depositi costieri di supporto, da posizionare in altri porti industriali».

La metanizzazione è centrale per lo sviluppo dell’isola. «Sul piano industriale, il metano rende di più e costa meno delle attuali fonti di approvvigionamento – afferma ancora Piras – oggi la bolletta pesa molto sul bilancio delle aziende sarde, se si riduce migliora la competitività delle aziende, perciò facciamo sì che il costo energetico sia paragonabile a quello di altre parti d’Italia». Non è secondario il tema della sicurezza degli approvvigionamenti energetici. «In caso di blackout, si generano disagi, costi per le aziende e costi per lo Stato – spiega – per scongiurare il problema, deve essere sempre garantita al sistema una fonte di approvvigionamento alternativa». Per l’energia elettrica avviene così grazie al cavo Sacoi, e al Sapei, anche se «bisogna potenziare il sistema, magliare la rete, scaricarla ed evitare incidenti che portano blackout e sovraccarichi», è l’indicazione degli uffici di via XXIX novembre, a Cagliari, quartier generale dell’Industria. «Dal punto di vista termico occorre fare la stessa cosa, garantire gas 365 giorni all’anno».

La metanizzazione è anche il primo passo verso la sostenibilità energetica. «È funzionale al cambiamento dei sistemi di produzione di energia elettrica nell’isola perché è il primo passo verso la “decarbonizzazione” – afferma – in attesa che si concretizzi il processo irreversibile di crescita dell’utilizzo di fonti rinnovabili, che è una prospettiva di lungo periodo e prevede una fase transitoria in cui si potrà sostituire il carbone col metano». L’unico aspetto su cui è difficile azzardare previsioni ad alto coefficiente di approssimazione sono i tempi. «Se si chiudessero i processi amministrativi entro l’anno, i cantieri potrebbero partire subito – annuncia ancora Piras – si andrebbe a stato di avanzamenti, e ogni tratto entrerebbe subito in funzione».

Nel Por-Fesr 2014-2020 sono previsti all’incirca 50milioni di euro per la creazione di reti intelligenti, «i sistemi che utilizzano le potenzialità dell’Ict per accoppiare produzione e consumo ed eliminare le dispersioni, programmando la produzione e l’accumulo di energia, massimizzando la produzione da rinnovabile, senza sprechi e meno sovraccarichi», spiega il direttore. Ovviamente, serve l’apporto della ricerca e servono grandi investimenti. «La Regione ha inserito le reti intelligenti tra i pilastri della “Strategia S3”, un contenitore di progetti di ricerca applicata che guardano all’impresa e attingono dal Por-Fesr 2014-2020 – dice ancora Stefano Piras – se ne occupa Sardegna Ricerche con la “Piattaforma energie rinnovabili”, che coinvolge anche Università e Crs4».

Due settori in particolare potrebbero trarre giovamento dall’investimento della Regione sulla sostenibilità energetica e contribuire alla concretizzazione del Piano energetico regionale. Il primo è l’edilizia. «L’efficientamento energetico introduce in edilizia la “circular economy”», ribadisce il dirigente. «Dall’efficientamento degli immobili pubblici e industriali all’illuminazione pubblica, per arrivare alla bioedilizia – ribadisce – quel che fino a ieri era uno scarto diventa una risorsa». Il ragionamento vale anche per un altro settore: i rifiuti. «La produzione e il ciclo del rifiuto impatta sulle questioni energetiche, oggi il riutilizzo di un materiale di scarto lo trasforma da costo a risorsa – conclude Stefano Piras – dalle biomasse agli scarti agricoli, è una rivoluzione copernicana che apre a tantissime opportunità, purché si sappia programmare il ciclo di vita del prodotto».

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Energia
22/03/2018