Cresce l’interscambio commerciale della Sardegna con la Russia: ma cosa sta succedendo veramente?

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Infografica interscambio Sardegna-Russia-Ucraina

Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Istat, nel secondo trimestre del 2022, il valore delle importazioni in Sardegna dei prodotti russi cresce, rispetto allo stesso trimestre del 2021, di oltre 200 punti percentuali. Da aprile a giugno l’assegno pagato dalla Sardegna per l’acquisto di prodotti russi, rappresentati principalmente da carbone, petrolio e raffinati del petrolio, è superiore a 350 milioni di euro, una cifra nettamente superiore ai 116 milioni versati nello stesso arco temporale dell’anno precedente.

I milioni di antracite importata, in particolare, passano, nei due trimestri considerati, da 21 a oltre 153, segnando una incredibile crescita di circa 630 punti percentuali. Trend in forte espansione anche per i prodotti ottenuti dalla raffinazione del petrolio, secondi per valore importato, che registrano, dal secondo trimestre 2021 a quello del 2022, un incremento del 129%.

Per un’analisi più accurata sono state confrontate le variazioni delle quantità acquistate dei principali prodotti russi. Purtroppo il dato “quantità” non è disponibile a livello regionale ma il trend non si dovrebbe discostare molto, se si considerano le stesse merci, da quello registrato complessivamente in Italia. L’eccezionale crescita del valore delle importazioni è da imputare principalmente al forte aumento dei prezzi. Considerando l’antracite, a livello nazionale, dal secondo trimestre del 2022 al secondo del 2021, si registra un incremento del valore monetario pari a 540 punti percentuali che mal corrisponde alla molto più leggera espansione del 58% dei volumi. I dati rilasciati dall’Istat (euro per gli importi monetari e kg per le quantità) segnano importi medi unitari nettamente diversi da un secondo trimestre all’altro. Nel 2020, infatti, il confronto valore/quantità faceva segnare circa 5 centesimi al kg mentre nel 2022 tale rapporto è salito a oltre 30 centesimi.

Discorso ancora più pesante per gli acquisti di prodotti russi ottenuti dalla raffinazione del petrolio, caratterizzati da dinamiche di valore e quantità in controtendenza. Rispetto al secondo trimestre 2021, infatti, cresce del 23% il valore in euro e diminuiscono del 47% le quantità. Tali evoluzioni contrastanti dipendono dalla crescita del prezzo dei prodotti raffinati del 130% da un secondo trimestre all’altro.

Come detto, nonostante l’analisi sui prezzi unitari possa essere fatta esclusivamente per i dati nazionali, difficilmente queste dinamiche possono non aver caratterizzato anche le importazioni regionali.

Con l’applicazione del quinto pacchetto dell’Unione Europea relativo alle sanzioni nei confronti della Russia, che prevede il divieto, a partire da agosto 2022, di acquistare e importare nell'UE carbone e altri combustibili fossili solidi di origine russa, gli scenari futuri divengono quanto mai imprevedibili.

Nell’infografica sono presenti alcuni dei principali dati pubblicati dall’Istat nella sezione dedicata all’interscambio commerciale con la Russia e l’Ucraina.

Interscambio commerciale Sardegna-Russia-Ucraina

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20/09/2022