"Arte Sarda", l'industria tessile si rinnova ma non rinuncia alla propria identità e alle proprie radici

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Tappeto sardo

Samugheo, “capitale sarda” del tessile, vanta un numero straordinario di imprese che ancora puntano sul valore del lavoro artigianale e sul rispetto di tradizioni produttive che si tramandano di generazione in generazione. Eppure questo non impedisce di innovare, per stare al passo con i tempi e adeguarsi alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Ne è un esempio l’impresa “Il Tessile – Arte Sarda”. Franco Tatti, rappresentante della proprietà, l’ha raccontato a Sardegna Impresa.

Da quanto esiste questa realtà imprenditoriale e cosa riguarda?

La nostra impresa familiare opera dal 1988. Siamo imprenditori del tessile di seconda generazione. Samugheo è uno dei più importanti centri di arte tessile in Sardegna, qui si conta il maggior numero di imprese artigiane e qui si è riusciti a salvaguardare meglio le tradizioni gelosamente custodite dalla nostra comunità, per la quale quest’attività rappresenta oggi il settore economico, sociale e culturale trainante.

La nostra impresa offre un’ampia serie di prodotti della nostra tradizione: tappeti, tende, tovaglie e altri manufatti per la casa. Nel corso degli anni l’azienda è cresciuta e si è sviluppata grazie a un continuo fermento innovativo che ha interessato sia i processi produttivi che i prodotti realizzati, sempre nel segno dell’alta qualità artigiana.

Quanto e come sono cambiati la sua mission e il suo core business?

Abbiamo sempre puntato a una realtà imprenditoriale sana e forte, che nel corso degli anni si è sicuramente ampliata ed è cresciuta notevolmente. Grazie alla passione e al duro lavoro è possibile ottenere grandi risultati. Nel tempo abbiamo sempre cercato di migliorare e innovare i nostri prodotti. È importante offrire al cliente elevata qualità e ampliare la propria offerta.

Qual è il grado di innovazione – tecnologica, di sistema o comunicativa – e quanto ha influito sui risultati?

Abbiamo fatto grandi investimenti in termini di innovazione tecnologica: a iniziare dalla dotazione di telai per nuovi disegni, in grado di produrre più manufatti in minor tempo. Ma ci siamo dotati anche di un nuovo punto vendita a Oristano, per far conoscere i nostri prodotti anche fuori da Samugheo: è stata una scelta vincente, ci ha permesso di crescere ulteriormente. Anche lo stabilimento produttivo in cui siamo insediati è nuovo e più grande di quello originario.

Ovviamente, è cambiata di pari passo anche la nostra comunicazione. Siamo presenti in rete, anche sui social, dove le persone possono conoscere e apprezzare direttamente i nostri prodotti.

Quanto è radicata nel territorio, in termini sociali ed economici?

La nostra è un’impresa familiare e opera in un territorio ricco di storia e di tradizioni, vendiamo l’arte gelosamente custodita negli anni. I laboratori tessili del paese hanno negli anni cercato di creare un consorzio: anche se non si è mai arrivati a un punto d’incontro, c’è una giusta dose di competizione ma anche di collaborazione. È molto importante che tutti offrano prodotti di qualità per combattere la produzione dei tessuti sardi non realizzati artigianalmente. In questo senso, le relazioni sinergiche che un’azienda instaura con il territorio in cui opera sono fondamentali perché le permettono di raggiungere performance positive e superare i limiti derivanti dall’operare in un contesto sfavorevole.

I livelli occupazionali sono stabili o in crescita? E confidate che le strategie elaborate più di recente possano favorire ulteriormente la crescita degli occupati?

Nel corso degli anni i livelli occupazioni sono sicuramente cresciuti. La nostra impresa è nata dalle sole forze di mia moglie e mie, ma negli anni siamo riusciti a inserire nuove risorse in azienda. Ora il livello occupazionale è stabile. Il lavoro è diminuito e i costi per ogni dipendente sono onerosi: per il momento non c’è una strategia di ampliamento, ma confidiamo in una ripresa e in una ulteriore crescita.

In che cosa investire in Sardegna ha rappresentato un plusvalore?

Nella possibilità di offrire un prodotto artigianale realizzato attraverso “saperi” che si tramandano negli anni e con l’uso di materiali a forte connotazione regionale. Molti turisti apprezzano i nostri lavori e si fidelizzano. Ovviamente produrre e investire in un’isola ha anche aspetti negativi: per esempio, esportare il nostro prodotto è più complicato e costoso.

Quali sarebbero gli aspetti da migliorare?

Abbiamo ancora molto da migliorare in termini di innovazione tecnologica e in termini di investimenti nei canali distributivi. Da pochi mesi siamo entrati a far parte della nuova piattaforma online www.sardiniae-commerce.it per cercare di capire se i nostri prodotti potessero avere una buona risposta nella vendita online. Nonostante la nostra presenza sia recente, abbiamo già ottenuto dei buoni risultati. Questo ci da grande soddisfazione, abbiamo constatato che i nostri prodotti piacciono e che potremmo effettuare degli ulteriori investimenti nel commercio in rete.

Quali sono gli obiettivi a breve, media e lunga durata?

L’obiettivo a breve termine è quello di ampliare i nostri canali distributivi e di utilizzare maggiormente i nuovi mezzi di comunicazione social per far conoscere la nostra impresa.

Nel medio e lungo periodo vorremmo continuare a far crescere l’azienda e proseguire in questa direzione, migliorare nel tempo sempre nel rispetto di quei valori che ci caratterizzano.

Esiste la possibilità che il vostro esempio possa ispirare altre realtà?

La nostra realtà potrebbe essere di esempio per tante altre realtà sarde. È un’azienda forte, che da sempre ha basato la propria impresa sulla passione e sul duro lavoro per ottenere risultati. Operare in Sardegna non è facile, soprattutto nell’artigianato, e negli ultimi anni è stato sempre più difficile competere con l’offerta di prodotti di imitazione a basso costo. Ma bisogna cercare di differenziarsi e di offrire ai propri clienti un prodotto di alta qualità artigianale.

Le politiche comunitarie, nazionali e regionali hanno rappresentato un’opportunità? Cosa consiglierebbe a chi vuole iniziare a fare impresa per non farsele sfuggire?

Negli ultimi anni in Sardegna ci sono state importanti iniziative per aiutare il settore artigianale, bisogna saperle cogliere e avere gli occhi sempre aperti per restare indietro e non crescere. Bisognerebbe investire sui giovani e fare in modo che questo “know how” che si tramanda da anni e anni non venga perso. Bisogna creare dei corsi per insegnare alle nuove generazioni a tessere al telaio e fare dei laboratori per far capire a tutti il valore di certi lavori. Bisogna incentivare queste iniziative, altrimenti non ci saranno più persone in grado di portare avanti questa tradizione produttiva.

Le politiche comunitarie e nazionali dovrebbero dedicare più attenzione al nostro settore e fare in modo che tutte le aziende puntino di più sull’internazionalizzazione come obiettivo di lungo termine.

Argomenti
Ricerca e innovazione
18/01/2018