Rinnovabili, aumenta la capacità di utilizzo del territorio per realizzare gli impianti nelle zone industriali

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Immagine simbolica aree industriali

In Sardegna il limite di utilizzo del territorio per la realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termodinamici nelle aree industriali, artigianali e di servizio potrà aumentare. Lo stabilisce una delibera approvata dalla giunta regionale su proposta dell’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras. Il limite all’uso del suolo passa dal 10% al 20%. Gli enti di gestione delle aree, i Comuni e i Consorzi industriali, con propri atti di pianificazione, potranno prevedere l’aumento dal 20% fino a un massimo del 35%. «Vogliamo favorire l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili in Sardegna», spiega l’assessora. «Per tante ragioni, perlopiù legate alla riluttanza delle comunità locali, l’installazione di questo tipo di impianti a volte risulta difficoltosa – spiega – ampliando il limite di uso del territorio nelle aree industriali riteniamo che la realizzazione delle opere possa essere agevolata».

Il provvedimento, sottolinea Maria Grazia Piras, «è pienamente in linea con il Piano energetico ambientale, che favorisce e incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili e prevede che gli impianti siano installati prioritariamente nelle aree già idonee alla produzione industriale». Inoltre, «consentire l’incremento delle superfici destinate a ospitare gli impianti, facilita e incoraggia nuovi investimenti imprenditoriali, che a loro volta favoriscono l’impiego di nuove figure professionali sempre più specializzate». Non meno importante, conclude, «è l’eventualità che l’energia pulita venga prodotta a supporto delle attività manifatturiere insediate nelle zone industriali».

Argomenti
Energia, Industria
29/01/2019