Le comunità energetiche e la rivoluzione delle reti energetiche locali

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sostenibilità

Fra gli scenari ipotizzati nella prospettiva di una riduzione dei consumi energetici attraverso processi di efficientamento, molto interessante pare quello delle cosiddette Comunità energetiche locali. Il concetto di Comunità energetica identifica in genere l’azione combinata di gruppi di cittadini e altri soggetti che siorganizzano autonomamente per produrre e ottenere localmente elettricità e calore da fonti rinnovabili. In sostanza una forma di indipendenza energetica rispetto alla rete di distribuzione nazionale grazie alla creazione di micro-reti locali in cui i soggetti partecipanti sono allo stesso tempo produttori e consumatori.

In Italia non esiste ancora una normativa organica di regolamentazione del settore, ma alcune novità fanno ben sperare per lo sviluppo di questo importante tassello del più generale scenario delle smart grid, della generazione diffusa e dell’efficientamento energetico. Il concetto di Comunità energetica è entrato solo di recente nel vocabolario della Strategia energetica nazionale, che definisce le azioni che l’Italia deve adottare in vista del raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico fissati per il 2030. Solo la Regione Piemonte si è  dotata di una apposita normativa di regolamentazione del settore, la Legge regionale 12 del 3 agosto 2018, facendo di fatto da apripista a livello nazionale.

Le Comunità energetiche sono una vera rivoluzione nella galassia della produzione e del consumo di energia: alla riduzione dei costi di approvvigionamento energetico si aggiungono i benefici per la rete di trasmissione nazionale in termini di minori perdite di energia sul trasporto a lunga distanza e di minori costi di dispacciamento del sistema.Secondo uno studio di Greenpeace, nel 2050 il 40% degli italiani contribuiranno grazie alle fonti rinnovabili distribuite alla produzione di energia per il 34% del totale dell’elettricità.

La recente apertura normativa del Mercato del servizio dispacciamento (1) alla partecipazione della generazione distribuita, inclusa quella da fonti rinnovabili, apre il mercato elettrico a tutta una serie di scenari nuovi, che vedono, finalmente, la domanda come protagonista, perché passa da un ruolo meramente passivo a uno propositivo. Sarà infatti possibile anche per l’utenza, sia quella di piccolo taglio – organizzata, probabilmente, in forme consortili da disciplinarsi in futura normativa – sia quella di più grosso calibro, di effettuare vendite sulle varie piattaforme.

 

(1)      Il Mercato per il Servizio di Dispacciamento (MSD) è lo strumento attraverso il quale Terna S.p.A. si approvvigiona delle risorse necessarie alla gestione e al controllo del sistema (risoluzione delle congestioni intrazonali, creazione della riserva di energia, bilanciamento in tempo reale). Sul MSD Terna agisce come controparte centrale e le offerte accettate vengono remunerate al prezzo presentato (pay-as-bid).

Argomenti
Energia
27/09/2018